16 maggio 2006

la malattia mentale e le particelle elementari

La malattia mentale mi sta circuendo. Sono accerchiata. Nella vita, nel lavoro. Recentemente nella lettura, Veronica decide di morire di Coelho e Diario di una diversa della Merini. Al cinema, Le Particelle Elementari. Sono accerchiata. Me ne sono accorta.

Non ho mai pensato di essere proprio “normale normale”, ma nemmeno “diversa malata”... per di più che recenti avvenimenti mi hanno fatto toccare con mano cosa è davvero “diverso”, io forse sono solo un particolare… ahimè! Niente più. Forse è solo la famosa intelligenza emotiva che ti mette in contatto con l’apparente anomalo… fatto è che da me fa proprio buca!

Il film di domenica è stato una goccia, la famosa che trabocca dal vaso.
Le particelle elementari - Regia: Oskar Roehler - Orso d’argento al festival di Berlino 2006
Due fratellastri, figli di una hippy tedesca degli anni ’60 che li abbandona per l’India con i rispettivi nonni, sono due personalità estremamente diverse tra loro e particolarmente anomali. Conducono vite separate e opposte. Michel, scienziato ricercatore, indaga la clonazione asessuata ( è una storia vera, chissà magari è quello della pecora Dolly) e non è mai stato con una donna, innamorato fin dall’infanzia della sua compagna di giochi Annabel non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. Il fratellastro Bruno, di origine turca è sposato, il suo matrimonio è in crisi, non trova più attrazione per la moglie e cerca l’eccitazione tra le sue allieve. Rifiutato dalle giovani, come ultima spiaggia, si butta in un campo estivo new age, dove incontra Cristian che lo asseconda ed incita nelle sue inclinazioni sessuali, introducendolo in un ambiente di sesso estremo, orge e locali di scambisti. (Ecco qui c’è una scena che ad una impressionabile come me ha tolto il respiro, però per chi riesce a vedere Tarantino, non ci sono problemi).
Quindi, vita diversa e finale comune, entrambi i fratelli trovano l’amore. Punti di vista diversi sull’amore ma dolore condiviso. Michel cerca l’amore asessuato, l’amore che indipendente da l’altro, per Bruno l’amore, il sesso, sono l’espressione vitale di una vita a ricercare l’altro. Entrambi soffrono. Annabel perde il figlio di Michel e non ne potrà più avere , Cristian dopo una paresi alle gambe (sesso tosto!) si butta dalla finestra con uno splendido abito rosso.
Dov’è la follia? Oltre quella del regista e degli spettatori, c’è Bruno nel film che entra ed esce da una clinica psichiatrica talmente ben assistito che fa venire voglia di andare a passarci una settimana. …niente a che vedere con i racconti da brivido dei nostri manicomi prima di Basaglia nel libro della Merini.
Penso che mi darò ai fumetti.