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17 ottobre 2010
Un trip da Corniola
Ah che bello! ^_^
Già, qui sopra sfogo sempre pene e dolori, ma oggi ci ho una cosa bella da scriverci sopra.
Torno felice e contenta dal mio primo week piacentino dell'anno. Che bella esperienza. Sono contenta di aver fatto questa scelta tutta mia l'anno scorso e sono contenta che sia iniziata la nuova annualità.
Oggi esperienza topica di lavoro energetico con i cristalli. Ero scettica, ma sono riuscita a inserirmi nel lavoro senza aspettativa ed ho avuto una sorpresa immensa.
L'effetto della meditazione guidata con in mano le pietre di corniola è stato euforizzante. Un effetto giostra con immagini visualizzate oserei dire psichedeliche: un elica tipo dna colorata e dinamica. Un calore incredibile e un senso di ebrezza.
Affronto la settimana che so già essere tragica con lo spirito sollevato.
Corniola per tutti!
30 agosto 2010
Riflessioni sul/in cammino/1
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Ci starebbe proprio un cambiamento, adesso, a metà del cammin di nostra vita... prima di ritrovarsi in una selva oscura.
Cambiamento: parola d'ordine.
Cosa cambiare? Domanda spontanea.
Un atteggiamento. Una modalità. Qualcosa che non mi fa stare bene.
Ci sono dei compiti che ci competono ed altri che non ci riguardano.
È necessario distinguerli. Trovare il proprio ruolo e proprio compito. Coordinare non significa fare
È necessario estirpare vecchie abitudini, in me e negli altri.
Per farlo è necessario individuarle queste cattive abitudini che portano a questa condizione di disagio.
Oggi, per esempio.
Ho fatto qualcosa che contribuiva in tal sbagliato senso?
Penso di no, o meglio, penso di non aver agito per creare questa tipica situazione di disagio.
Il ritmo è stato sostenuto.
Non ho comunque detto di no.
Dovranno arrivare i No e gli Help.
Li aspetto, anzi, farò di più, gli andrò incontro.
Domani sarà un'altra giornata di prova.
07 luglio 2010
1 di 100
...e con oggi siamo a quota 7 giorni che mangio vegetariano. Non che lo voglia fare a vita, almeno per ora.
Con questo caldo non è poi così difficile. Ho anche passato la fase pancia gonfia e scorregge in vista, almeno la fase drastica dell'inizio.
^_^ Tranquilli non ero in zona, ero altrove ...e forse non sono ancora tornata a pieno. Ero lassù in quell'eremo non troppo solitario, carico di gente come me che cerca, cerca e forse trova. C'erano tante lucciole da fare invidia alle luci di natale.
C'era tanta energia che ancora ne sento la traccia.
Ma non posso dire di essere stata "felice e contenta".
Ha messo in moto roba, scalzato emozioni, frugato dentro, ma questo mi ha dato forza.
Un punto di vista in più. ...e chi lo sa, forse perché so' miope, ma io ho sempre bisogno di indagare, guardare, osservare e ...forse capire.
Lassù si impara un metodo, una disciplina.
Io in quest'anno ne ho volute imbastire un sacco e questo "investimento" non è stato sfruttato a pieno. Potevo lavorarci di più. Ma le giornate sono di 24 ore e per l'analisi ci vuole tempo.
Eppure nonostante non sia scesa da quei colli e da quel treno "soddisfatta" sono "piena/densa/solida". Sempre un po' agitata, sempre un po' in apnea, ma mi sento bene, presente e reattiva.
I problemi si affrontano, si risolvono e si trova soluzioni. Non sempre quelle desiderate, ma una via c'è, faticosa magari, ma c'è.
Si tratta di applicarsi e trovare il metodo per produrre di più coscienti che non si arriva a tutto e qui siamo di passaggio.
Questo è un primo passo.
E il prossimo?
^_^
Un bel programma, ponderato e fattibile.
Prima di tutto 'sta tesi, s'ha da chiudere, anche solo per dedicarsi altro. Prima ancora le vacanze, serve, rigenerarsi, staccare, vedere il mondo.
Costantemente l'altro, l'unione, il giogo: lo yoga. ^_^
Un po' di pratica al mattino e quello che si può durante il giorno. Ma soprattutto un atteggiamento. Aiuta. Posso dire con convinzione che aiuta nel quotidiano, nelle relazioni, con sé.
Inizia con questo post una nuova "etichetta" 100/100.
Significativo, per arrivare un giorno a fare solo quelle che penso, o pensare solo quello che fo?! 100 di 100. Per non rimanere con 99 pensieri vaganti.
13 dicembre 2009
Karmakromatici...
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La mia amica carla aka lucilla, mi ha dato un spunto per una riflessione: colore e vita, fasi ed evoluzioni. Cito me stessa:
"Da adolescente ho vestito di viola. Cercavo, e penso di esserci riuscita, di accostare sfumature di viola tra loro consone, non mescolare MAI i toni di lilla con quelli tendente al fuxia o all'indaco. Più sfumature si, ma tutte rigorosamente degradanti da una stessa composizione. Ovviamente, non avevo quella varietà di guardaroba che può permettere molto. Mi fissavo su un capo di abbigliamento a stagione e lo riducevo importabile per l'anno dopo. C'era il giaccone per andare a scuola, lilla, la tuta da ginnastica, viola o con le strisce viola, oppure le scarpe da ginnastica con il logo viola.
Poi, e magari indagherò come, sono passata al rosso.
Acceso.
Giaccone rosso, cappotto rosso, golf rosso, tailleur rosso (nonostante il culone), scarpe rosse, borsa rossa, tanti accessori, tanti. Mai indossati insieme, solo un capo alla volta.
Mantenevo un certo pudore.
...e devo ammettere che nutrivo un "odio" verso il verde, che trovato da insetti, e il rosa, da inetti.
I bollori dell'adolescenza non erano smaltiti evidentemente.
Poi, sono passata al verde, cappotto, maglie, pantaloni, giacche, ombretti e anche sciarpa, piumino e pure le mutande! Ma il guaio non è stata la sola invasione dell'armadio, ma di tutta la casa: pareti, divano, cucina, accessori, tazze, tovaglie, tende ^_^
Pisellino, salvia, mango, acido, autunnale, bosco, militare, datemi il verde e mi farete felice.
Ancora questo verde amore non è finito.
Anche se sto già buttando l'occhio al bianco."
Tentazioni cromatiche, o espressioni di qualcosa che cerca un simbolo per essere rappresentato?
Vengo da 36 ore di percorso yogico e non posso non pensare ai colori dei chakra.
Il viola è il colore del chakra della corona, l'ultimo, quello relato alla vista. Che abbia cominciato ad avere difetti di miopia quando ho lasciato il viola?
Il rosso è il colore del chakra della base, il primo. Conflitto con le origini?
e il verde è quello del chakra del cuore, quello di mezzo.
Che sia passata da un estremo all'altro per trovare la mezza misura?
Il bianco, solo quanto raggiungo l'oltre!
08 novembre 2009
un passo dopo l'altro
19 ottobre 2009
Urla la rotula
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Era da un pezzo che ci pensavo.
Andare oltre.
Ieri è giunto il momento.
Bagaglio improvvisato, abito bianco, sveglia prima dell'alba.
Viaggio in un treno che odora di tutte le ore che ci vogliono per percorrere la penisola, dalla punta a risvolto dello stivale.
Una stazione oltre ogni solitudine, che ti fa tenere la pipì e passare la necessità di una colazione. L'autobus con il biglietto a 8 corse: ingegnosi, la macchinetta mangia un pezzettino del biglietto, contro ogni contraffazione.
La scuola con la sua insegna gialla, in una zona residenziale di case basse e orticelli.
La sala bianca, i tappeti blu.
Tante facce, tanti accenti, Lei e la sua costante semplicità.
Le ore volavano, l'organizzazione procedeva.
Il pasto, un po' di conoscenza. Storie come le tue, storie lontane da te.
Il pomeriggio, altri incontri, altri spunti, altre scoperta, voglia di approfondire.
La notte, l'albergo, la solitudine, la stanchezza.
Il risveglio, il sole e ancora voglia di capire, l'emozione che piano piano si scioglie.
Le facce intorno diventano conosciute, i nomi gli si associano.
Un caffè al volo, il primo della mattina nel pomeriggio, ancora nozioni, ancora interesse e un pizzico in più di ilarità.
La conclusione, la partenza e il treno, ancora compagne di corso e condivisioni, ancora luce.
Poi tutto finisce, getti l'abito bianco e ritorni nei tuoi panni, nel tuo letto, nel tuo lunedì mattina.
Ma qualcosa rimane, ed urla forte dentro di te.
Le rotule - le articolazioni delle tue ginocchia che mai hai udito - rispondono all'eco del lavoro fatto nel week end seduta a terra.
09 settembre 2009
La prima lezione di Yoga
Capita una mattina, una mattina qualunque, una mattina per la quale ti girava già le balle la sera prima, capita che questa mattina tu ti svegli sotto il lenzuolo, l'aria frizzantina oltre la coltre, e sotto il calore della notte e la tua pelle morbida.
Capita che un sorriso ti si incastra sul viso, e nemmeno tu ne capisce il perchè.
Capita che le tue articolazioni, solitamente arrugginite, siano state unte nella notte e rispondano senza cigolare alle tue esigenze.
Capita, e questo capita di rado, che la sveglia debba ancora suonare, quando tutto questo accade.
Capita che un sorriso ti si incastra sul viso, e nemmeno tu ne capisce il perchè.
Capita che le tue articolazioni, solitamente arrugginite, siano state unte nella notte e rispondano senza cigolare alle tue esigenze.
Capita, e questo capita di rado, che la sveglia debba ancora suonare, quando tutto questo accade.
07 settembre 2009
Del gesto e dell'attimo
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È per questo che mi piace lo yoga: ogni volta, è la prima volta.
Sì, certo, lo puoi praticare senza pensarci troppo, e allora tutte le volte sono uguali... ma se cerchi di seguire al meglio che puoi la tecnica, la disciplina, senza troppe aspettative, se cerchi di star dietro alle istruzioni, coniugando il movimento con il respiro, ogni volta scoprirai qualcosa di più.
Rispetto a cosa?
Rispetto al gesto, rispetto al tuo corpo, rispetto a te che tante volte hai praticato quel movimento...
...e se ci fai attenzione vengono a galla tutti quei giochetti, quei piccoli sotterfugi, quei trucchetti che il tuo corpo mette a punto a tua insaputa per stare comodo. È un furbacchione e manco lo sai!
Così, se cerchi di essere "corretto", capisci qualcosa in più, sul gesto ma anche su di te, che ogni giorno, come i tuoi gesti, sei diverso da quello prima e magari anche uguale, ma tutto dipende, dipende da quanto ti ci si soffermi...
{Messaggio riservato: ..ed è per questo che ho preferito un'ora di me e di attimi al tanto ambito e sfuggente Sepulveda! ...ma magari il libro nuovo me lo compri?}
03 maggio 2009
Quarto passo.
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Quarto passo: riprendere un minimo di forza fisica e magari anche un po' di forma. Iniziamo con riprendere le lezioni di yoga già interrotte per lo studio e appena riprese ad aprile prima del nuovo stop dell'influenza. Domani niente se e niente ma: lezione di yoga.
29 marzo 2009
Cervello Fritto
Il mio.
Negli ultimi due giorni ho provato a scrivere, ma non sono mai arrivata in fondo ad un post.
Giovedì volevo mettere nero su bianco che ero stanca, distrutta, esaurita. Ero ed in parte lo sono ancora sotto ciclo, sotto esame, sotto fiera - l'unico evento che si è compiuto - in sostanza SOTTO UN TRENO!
Venerdì vi volevo raccontare un incubo che ho fatto. Classico la mattina dell'esame, compito completamente diverso da quello che mi aspettavo, e fuori argomento ovviamente. Il mio inconscio doveva avere molte cose da dirmi perché ha abbondato nei dettagli.
Domenica mattina bello stage di yoga. Sono due mesi che rinuncio ormai alle due lezioni settimanali per studiare studiare e solo studiare. Dire che sono regredita sarebbe poco. Sono fisicamente un catorcio. Ho le spalle rigide come blocchi di marmo, il collo continuamente dolorante e il nervo sciatico che lampeggia uggia a intermittenza. Diciamo che il mio fisico non ha risposto al 100% alle opportunità dello stage, ma sicuramente ho innestato una grande riflessione su quello che questa disciplina è per me.
È qualcosa che mi fa stare profondamente bene, corpo & mente. La possibilità che sembra balenare di approfondirla oltre il livello amatoriale mi entusiasma assaj!! Lo so, l'avevo anche scritto, ormai studio, finisco, mi concentro qui e non faccio altro. Ma che barba, diventerò gobba prima della laurea. Se soffrire devo soffrire, come soffro, tanto vale soffrire qualcosa in più ma fare anche qualcosa che mi mette di continuare a camminare eretta e a testa alta.
E domani è di nuovo lunedì. Uff!
Negli ultimi due giorni ho provato a scrivere, ma non sono mai arrivata in fondo ad un post.
Giovedì volevo mettere nero su bianco che ero stanca, distrutta, esaurita. Ero ed in parte lo sono ancora sotto ciclo, sotto esame, sotto fiera - l'unico evento che si è compiuto - in sostanza SOTTO UN TRENO!
Venerdì vi volevo raccontare un incubo che ho fatto. Classico la mattina dell'esame, compito completamente diverso da quello che mi aspettavo, e fuori argomento ovviamente. Il mio inconscio doveva avere molte cose da dirmi perché ha abbondato nei dettagli.
[L'incubo:Sabato mattina, dopo una serata giappoERcasalinga, mi metto a studiare alle 12,00. Tempo 20 minuti suonano il campanello. L'impiegato Rai a consegnare il bollettino per pagare il canone, che sembra si debba pagare anche se non si possiede - come me ^_^ - la tv, ma anche solo per un apparecchio atto a tv, quindi computer con connessione. 90€
La mattina del compito, prendo posto tra le mie ex compagne di studi laureate ormai da secoli, loro, proprio loro, le riconosco. Arriva la proffe che non è lei ma non importa, e consegna i compiti, o meglio è un compito, ma non quello che mi aspetto.
In alto la planimetria di una piccola chiesa di campagna, San Giuliana a Pisa dell'arch. Bell'omo.
Esercizio: compilare le modalità di imballo della carpenteria lignea o qualcosa del genere. Ho l'elenco del materiale che posso utilizzare, con tanto di disegno di cinghie di cuoio e chiodi atte a questo. Mi guardo attorno e non capisco. Questo non è il mio compito, non è la mia struttura con carichi per la quale devo trovare eventuale cinematismo e reazioni, disegnare i grafici?! Gli altri a testa bassa si danno da fare. Loro non hanno dubbi. Tutti a capo chino a scrivere. Io ho il foglio bianco.]
Domenica mattina bello stage di yoga. Sono due mesi che rinuncio ormai alle due lezioni settimanali per studiare studiare e solo studiare. Dire che sono regredita sarebbe poco. Sono fisicamente un catorcio. Ho le spalle rigide come blocchi di marmo, il collo continuamente dolorante e il nervo sciatico che lampeggia uggia a intermittenza. Diciamo che il mio fisico non ha risposto al 100% alle opportunità dello stage, ma sicuramente ho innestato una grande riflessione su quello che questa disciplina è per me.
È qualcosa che mi fa stare profondamente bene, corpo & mente. La possibilità che sembra balenare di approfondirla oltre il livello amatoriale mi entusiasma assaj!! Lo so, l'avevo anche scritto, ormai studio, finisco, mi concentro qui e non faccio altro. Ma che barba, diventerò gobba prima della laurea. Se soffrire devo soffrire, come soffro, tanto vale soffrire qualcosa in più ma fare anche qualcosa che mi mette di continuare a camminare eretta e a testa alta.
E domani è di nuovo lunedì. Uff!
29 giugno 2007
La Tartaruga come fa...
da YogaJournal
di Marilia Albanese
Nello yoga sono molte le posture che si riferiscono al mondo animale. La loro esecuzione, accanto al più esplicito intento di evocarne le caratteristiche e le attitudini, influisce anche nell’ambito più sottile dell’inconscio e degli archetipi, collegandosi ai significati simbolici che molti animali rivestono nella cultura indiana.
Già significativi nella cosiddetta Civiltà della Valle dell’Indo (in piena fioritura nel II millennio a.C.) animali quali il toro, la tigre, il bufalo, il serpente e altri ancora vennero assunti nella cultura hindu quali vahana, ovvero “cavalcature” degli dei, e proiezioni di alcune specifiche qualità associate ai loro signori. Nel caso di kurma (la tartaruga), l’animale non è una “cavalcatura”, ma una forma del Divino. In uno dei miti più antichi (risalente al IX sec. a.C. circa) che raccontano la nascita dell’Universo, il dio progenitore Prajapati schiacciò il guscio dell’uovo cosmico e con il composto ottenuto creò una tartaruga, simbolo del mondo: la parte ricurva superiore della corazza dell’animale costituì il cielo, quella inferiore la terra e il corpo racchiuso nel carapace l’atmosfera. Considerata l’elemento vitale nel processo della manifestazione, la tartaruga giocò un ruolo fondamentale nella costruzione dell’altare del fuoco fin dal I millennio a.C., venendo racchiusa all’interno del primo strato di mattoni per garantirne la stabilità. Inizialmente viva, fu in seguito sostituita da immagini in pietra, argento e oro.
di Marilia Albanese
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Già significativi nella cosiddetta Civiltà della Valle dell’Indo (in piena fioritura nel II millennio a.C.) animali quali il toro, la tigre, il bufalo, il serpente e altri ancora vennero assunti nella cultura hindu quali vahana, ovvero “cavalcature” degli dei, e proiezioni di alcune specifiche qualità associate ai loro signori. Nel caso di kurma (la tartaruga), l’animale non è una “cavalcatura”, ma una forma del Divino. In uno dei miti più antichi (risalente al IX sec. a.C. circa) che raccontano la nascita dell’Universo, il dio progenitore Prajapati schiacciò il guscio dell’uovo cosmico e con il composto ottenuto creò una tartaruga, simbolo del mondo: la parte ricurva superiore della corazza dell’animale costituì il cielo, quella inferiore la terra e il corpo racchiuso nel carapace l’atmosfera. Considerata l’elemento vitale nel processo della manifestazione, la tartaruga giocò un ruolo fondamentale nella costruzione dell’altare del fuoco fin dal I millennio a.C., venendo racchiusa all’interno del primo strato di mattoni per garantirne la stabilità. Inizialmente viva, fu in seguito sostituita da immagini in pietra, argento e oro.
Secondo la leggenda, Inizialmente associata al dio Prajapati, kurma venne quindi assorbita tra gli avatara (le discese salvifiche del dio Vishnu) e giocò un ruolo fondamentale nel famoso mito della zangolatura (metafora della creazione, ndr) dell’oceano. Prima che il mondo avesse origine, i deva (gli dei) erano continuamente minacciati dai danava (sorta di antidei demoniaci), per cui si erano rivolti a Vishnu, Signore della Provvidenza, che aveva consigliato agli dei di procurarsi l’ambrosia che rendeva immortali.
Il prodigioso nettare giaceva nelle profondità dell’oceano di latte e per estrarlo gli dei avrebbero avuto bisogno dell’aiuto dei danava, per cui promisero loro una parte dell’ambrosia. Stretto il patto, la montagna cosmica (che in questo mito è il monte Mandara) venne collocata nell’oceano con legato attorno il serpente Vasuki, in modo da ottenere una zangola (arnese per fare il burro, ndr). Le due parti cominciarono a tirare il rettile, gli dei per la coda e i demoni per la testa, facendo girare la montagna come un frullino, ma questa cominciò ad affondare e allora Vishnu, assunta la forma di tartaruga, scese nell’oceano per fare da base al Mandara.
Durante la zangolatura emersero esseri e oggetti meravigliosi: la bellissima dea Lakshmi, che divenne sposa di Vishnu; le Apsaras, ninfe celesti; Surabhi, la vacca dell’abbondanza; il cavallo bianco; la luna; il gioiello kaustubha che orna il petto di Vishnu; l’albero di parijata che esaudisce i desideri, etc. Ma nel frattempo si era sprigionato anche un velenoso miasma e Shiva, per salvare l’Universo, lo inghiottì prontamente striandosi la gola di blu e meritandosi il nome di Nilakantha (“Colui che ha la gola blu”). Finalmente emerse Dhanvantari, il medico degli dei, con l’ampolla dell’ambrosia fra le mani. I danava cominciarono a reclamare a gran voce la loro parte, ma Vishnu, assunte le spoglie di Mohini, una splendida fanciulla, li incantò con il suo fascino e distribuì l’ambrosia agli dei. Questi, rinvigoriti, sconfissero i danava e divennero signori dell’Universo.
Il prodigioso nettare giaceva nelle profondità dell’oceano di latte e per estrarlo gli dei avrebbero avuto bisogno dell’aiuto dei danava, per cui promisero loro una parte dell’ambrosia. Stretto il patto, la montagna cosmica (che in questo mito è il monte Mandara) venne collocata nell’oceano con legato attorno il serpente Vasuki, in modo da ottenere una zangola (arnese per fare il burro, ndr). Le due parti cominciarono a tirare il rettile, gli dei per la coda e i demoni per la testa, facendo girare la montagna come un frullino, ma questa cominciò ad affondare e allora Vishnu, assunta la forma di tartaruga, scese nell’oceano per fare da base al Mandara.
Durante la zangolatura emersero esseri e oggetti meravigliosi: la bellissima dea Lakshmi, che divenne sposa di Vishnu; le Apsaras, ninfe celesti; Surabhi, la vacca dell’abbondanza; il cavallo bianco; la luna; il gioiello kaustubha che orna il petto di Vishnu; l’albero di parijata che esaudisce i desideri, etc. Ma nel frattempo si era sprigionato anche un velenoso miasma e Shiva, per salvare l’Universo, lo inghiottì prontamente striandosi la gola di blu e meritandosi il nome di Nilakantha (“Colui che ha la gola blu”). Finalmente emerse Dhanvantari, il medico degli dei, con l’ampolla dell’ambrosia fra le mani. I danava cominciarono a reclamare a gran voce la loro parte, ma Vishnu, assunte le spoglie di Mohini, una splendida fanciulla, li incantò con il suo fascino e distribuì l’ambrosia agli dei. Questi, rinvigoriti, sconfissero i danava e divennero signori dell’Universo.
08 giugno 2007
ohmmm....
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Lo riporto di seguito, magari a qualcuno fa comodo!
RILASSAMENTO
Lasciatevi andare al piacere di questo rilassamento
Cercate ora una posizione confortevole per il rilassamento.
Lasciate che il vostro corpo sprofondi dolcemente nel tappetino, lasciatelo andare con fiducia alla terra che lo sostiene, lasciate che la mente si liberi da ogni pensiero, da ogni altro pensiero che non sia il qui e ora del vostro corpo che si rilassa, lasciatevi andare con fiducia alla mia voce che vi guida e rilasserete il corpo e la mente.
Osservate il ritmo del vostro respiro, sentite il movimento del diaframma come un’onda che va e viene, lasciate scendere, quando inspirate, l’energia di quest’onda fino ai piedi e quando espirate lasciatela salire fino al vertice del capo.
L’onda interna calma rilassa il corpo e la mente. Tenete gli occhi dolcemente chiusi senza sforzo, osservate se riuscite a percepire le palpebre, il loro dolce peso, pensate ai vostri occhi come finestre sul mondo interno ed esterno. Quando gli occhi sono chiusi sono finestre nel mondo interno.
Lasciate che tutto il viso si rilassi e poi scendete giù lungo il corpo fino a raggiungere le punte dei vostri piedi. Concentratevi sul piede sinistro, il piede della Luna. Lasciate che tutto il piede si rilassi. Sentite tutto il suo peso sprofondare dolcemente lungo la gamba fino al ginocchio, lungo la coscia fino al fianco, sentite tutta la gamba sinistra rilassata. Verificate a ogni respiro l’aumento del rilassamento.
Ora spostate la vostra attenzione sul piede destro, il piede del Sole, lasciate che tutto il piede si rilassi, il suo peso sul tallone, e poi salite lungo la gamba fino al ginocchio, lungo alla coscia fino al fianco. Verificate il rilassamento di questa gamba destra. Sentite se equivale al rilassamento della sinistra.
Poi lasciate il pensiero delle gambe e salite lungo le giunture inguinali dal perineo su, su sentite tutta l’area genitale e tutta l’area sacrale, sentite tutto il bacino.
Provate a contrarre il perineo e poi a rilassarlo, a contrarre lo sfintere anale e poi a rilasciarlo.
A contrarre la radice del pene, la vulva e poi a rilassarlo. Poi sentite tutti questi movimenti insieme per dilatare, per aprire, per lasciare che l’energia della terra entri. E poi tutto si rilassa.
Dall’area genitale salite sull’addome fino all’ombelico e pensate di contrarre l’ombelico cosi come avete contratto gli sfinteri. L’ombelico si contrae e si rilassa, così come tutti i muscoli dell’addome si contraggono e si rilasciano.
Poi l’attenzione sale su al petto. Sentite nel respiro il dilatarsi di tutta la cassa toracica e il suo richiudersi dolcemente. Girate tutto attorno alle spalle come ad accarezzarle. Dalle spalle scivolate sul dorso giù fino alle scapole, giù, giù fino all’osso sacro. Sentite tutta l’area sacrale rilassarsi e poi sale l’attenzione nella zona lombare, così aumenta il rilassamento di questa fascia centrale del vostro corpo.
Poi ancora sale l’attenzione fino alle scapole, le scapole si rilassano. Tutta la parte dorsale si rilassa, così aumenta il rilassamento del petto, aumenta il rilassamento delle spalle. Andate fino all’area cervicale, portate lì la vostra attenzione, il vostro respiro, così che questa parte, così in tensione, possa rilassarsi completamente. Pensate a tutte le fasce muscolari a tutti i nervi che salgono su, su nel collo fino al cervello, che prendono tutta la testa e scendono sugli occhi, sulle orecchie.
La testa si rilassa.
Poi rivolgete la vostra attenzione alla mano sinistra, la mano della Luna, sentite il rilassamento di tutte le dita del dorso, del palmo e del dorso. Lasciatevi andare al piacere di questo rilassamento, salite lungo l’avambraccio e il gomito, lungo il braccio e la spalla. Tutto il braccio sinistro è rilassato. Verificate se ad ogni espiro potete rilassarlo di più, finché diventa leggerissimo.
Poi spostate la vostra attenzione alla mano destra, la mano del Sole e sentite il rilassamento di tutte le dita, di tutta la mano palmo e dorso, poi salite all’avambraccio e lungo il braccio fino alla spalla. Sentite il rilassamento di tutto il braccio destro. Verificate se ad ogni espiro il braccio si rilassa ancora di più e tutte le tensioni si allentano e scompaiono.
Sentite la nuca, sentite tutta la testa, scendete dalla fronte sulle tempie e sulle orecchie, scendete sugli occhi, nella profondità dei vostri occhi, scendete sul naso, sulle guance, sulle labbra e sul mento; e poi giù fino alla gola.
Concentratevi sull’interno della gola, pensate dove sta il chakra Vishuddha, l’etereo. Ad ogni espirazione la vostra gola si rilassa di più. Quando aumenta il rilassamento della gola aumenta il rilassamento del corpo intero, perché sappiamo che questo chakra è relato a tutto il corpo, dagli alluci al vertice del capo. Ripassate tutti i punti di collegamento, gli alluci, le ginocchia, le cosce, l’articolazione delle anche, l’ombelico, gli organi sessuali, il cuore, la gola, il collo, all’interno la glottide, il naso, all’esterno la fronte, il cranio, le protuberanze che stanno dietro alle orecchie, il vertice del capo.
Ora che il corpo è rilassato potete esplorarlo all’interno con il respiro che è luce. Andate all’interno del corpo, andate giù nella profondità dei visceri, dell’addome, del torace, poi fermate la vostra attenzione sul cuore.
In un antico testo indù sta scritto:
«Quanto è ampio lo spazio che ci circonda, così è ampio lo spazio dentro il cuore. In esso sono concentrati terra e cielo, fuoco e vento, sole e luna, lampo e stelle. Ciò che possediamo qui sulla terra e anche ciò che non possediamo, tutto, tutto è concentrato nel piccolo spazio del nostro cuore».
Lasciate che il vostro corpo goda ancora per qualche attimo di questo rilassamento, lasciate andare la mente al suono. Come il lanciare il sasso in uno stagno e osservare i cerchi che si allargano sull’acqua, e così che la mente si espande. Quando deciderete di riprendervi il corpo con tutti i suoi movimenti, adagio, adagio riprendete il movimento dei piedi e delle mani, il movimento degli occhi e del capo che gira, poi potete stirare braccia, gambe e busto come se vi riprendeste da un sonno ristoratore, per poi abbracciare le ginocchia piegate e lasciarvi dondolare sul dorso. Potete piegarvi sul lato sinistro per riprende il giusto calore corporeo prima di risollevarvi.
RILASSAMENTO
Lasciatevi andare al piacere di questo rilassamento
Cercate ora una posizione confortevole per il rilassamento.
Lasciate che il vostro corpo sprofondi dolcemente nel tappetino, lasciatelo andare con fiducia alla terra che lo sostiene, lasciate che la mente si liberi da ogni pensiero, da ogni altro pensiero che non sia il qui e ora del vostro corpo che si rilassa, lasciatevi andare con fiducia alla mia voce che vi guida e rilasserete il corpo e la mente.
Osservate il ritmo del vostro respiro, sentite il movimento del diaframma come un’onda che va e viene, lasciate scendere, quando inspirate, l’energia di quest’onda fino ai piedi e quando espirate lasciatela salire fino al vertice del capo.
L’onda interna calma rilassa il corpo e la mente. Tenete gli occhi dolcemente chiusi senza sforzo, osservate se riuscite a percepire le palpebre, il loro dolce peso, pensate ai vostri occhi come finestre sul mondo interno ed esterno. Quando gli occhi sono chiusi sono finestre nel mondo interno.
Lasciate che tutto il viso si rilassi e poi scendete giù lungo il corpo fino a raggiungere le punte dei vostri piedi. Concentratevi sul piede sinistro, il piede della Luna. Lasciate che tutto il piede si rilassi. Sentite tutto il suo peso sprofondare dolcemente lungo la gamba fino al ginocchio, lungo la coscia fino al fianco, sentite tutta la gamba sinistra rilassata. Verificate a ogni respiro l’aumento del rilassamento.
Ora spostate la vostra attenzione sul piede destro, il piede del Sole, lasciate che tutto il piede si rilassi, il suo peso sul tallone, e poi salite lungo la gamba fino al ginocchio, lungo alla coscia fino al fianco. Verificate il rilassamento di questa gamba destra. Sentite se equivale al rilassamento della sinistra.
Poi lasciate il pensiero delle gambe e salite lungo le giunture inguinali dal perineo su, su sentite tutta l’area genitale e tutta l’area sacrale, sentite tutto il bacino.
Provate a contrarre il perineo e poi a rilassarlo, a contrarre lo sfintere anale e poi a rilasciarlo.
A contrarre la radice del pene, la vulva e poi a rilassarlo. Poi sentite tutti questi movimenti insieme per dilatare, per aprire, per lasciare che l’energia della terra entri. E poi tutto si rilassa.
Dall’area genitale salite sull’addome fino all’ombelico e pensate di contrarre l’ombelico cosi come avete contratto gli sfinteri. L’ombelico si contrae e si rilassa, così come tutti i muscoli dell’addome si contraggono e si rilasciano.
Poi l’attenzione sale su al petto. Sentite nel respiro il dilatarsi di tutta la cassa toracica e il suo richiudersi dolcemente. Girate tutto attorno alle spalle come ad accarezzarle. Dalle spalle scivolate sul dorso giù fino alle scapole, giù, giù fino all’osso sacro. Sentite tutta l’area sacrale rilassarsi e poi sale l’attenzione nella zona lombare, così aumenta il rilassamento di questa fascia centrale del vostro corpo.
Poi ancora sale l’attenzione fino alle scapole, le scapole si rilassano. Tutta la parte dorsale si rilassa, così aumenta il rilassamento del petto, aumenta il rilassamento delle spalle. Andate fino all’area cervicale, portate lì la vostra attenzione, il vostro respiro, così che questa parte, così in tensione, possa rilassarsi completamente. Pensate a tutte le fasce muscolari a tutti i nervi che salgono su, su nel collo fino al cervello, che prendono tutta la testa e scendono sugli occhi, sulle orecchie.
La testa si rilassa.
Poi rivolgete la vostra attenzione alla mano sinistra, la mano della Luna, sentite il rilassamento di tutte le dita del dorso, del palmo e del dorso. Lasciatevi andare al piacere di questo rilassamento, salite lungo l’avambraccio e il gomito, lungo il braccio e la spalla. Tutto il braccio sinistro è rilassato. Verificate se ad ogni espiro potete rilassarlo di più, finché diventa leggerissimo.
Poi spostate la vostra attenzione alla mano destra, la mano del Sole e sentite il rilassamento di tutte le dita, di tutta la mano palmo e dorso, poi salite all’avambraccio e lungo il braccio fino alla spalla. Sentite il rilassamento di tutto il braccio destro. Verificate se ad ogni espiro il braccio si rilassa ancora di più e tutte le tensioni si allentano e scompaiono.
Sentite la nuca, sentite tutta la testa, scendete dalla fronte sulle tempie e sulle orecchie, scendete sugli occhi, nella profondità dei vostri occhi, scendete sul naso, sulle guance, sulle labbra e sul mento; e poi giù fino alla gola.
Concentratevi sull’interno della gola, pensate dove sta il chakra Vishuddha, l’etereo. Ad ogni espirazione la vostra gola si rilassa di più. Quando aumenta il rilassamento della gola aumenta il rilassamento del corpo intero, perché sappiamo che questo chakra è relato a tutto il corpo, dagli alluci al vertice del capo. Ripassate tutti i punti di collegamento, gli alluci, le ginocchia, le cosce, l’articolazione delle anche, l’ombelico, gli organi sessuali, il cuore, la gola, il collo, all’interno la glottide, il naso, all’esterno la fronte, il cranio, le protuberanze che stanno dietro alle orecchie, il vertice del capo.
Ora che il corpo è rilassato potete esplorarlo all’interno con il respiro che è luce. Andate all’interno del corpo, andate giù nella profondità dei visceri, dell’addome, del torace, poi fermate la vostra attenzione sul cuore.
In un antico testo indù sta scritto:
«Quanto è ampio lo spazio che ci circonda, così è ampio lo spazio dentro il cuore. In esso sono concentrati terra e cielo, fuoco e vento, sole e luna, lampo e stelle. Ciò che possediamo qui sulla terra e anche ciò che non possediamo, tutto, tutto è concentrato nel piccolo spazio del nostro cuore».
Lasciate che il vostro corpo goda ancora per qualche attimo di questo rilassamento, lasciate andare la mente al suono. Come il lanciare il sasso in uno stagno e osservare i cerchi che si allargano sull’acqua, e così che la mente si espande. Quando deciderete di riprendervi il corpo con tutti i suoi movimenti, adagio, adagio riprendete il movimento dei piedi e delle mani, il movimento degli occhi e del capo che gira, poi potete stirare braccia, gambe e busto come se vi riprendeste da un sonno ristoratore, per poi abbracciare le ginocchia piegate e lasciarvi dondolare sul dorso. Potete piegarvi sul lato sinistro per riprende il giusto calore corporeo prima di risollevarvi.
20 luglio 2006
La Terra
La Terra di e con Sergio Rubini
Lo devo dire subito, non ci posso stare a me, quell’uomo piace proprio un sacco. ...ehh, non è una bellezza tradizionale, o meglio, non è proprio una bellezza. Ma è ipnotico, camaleontico, e... non ho letto cosa dice la critica di questo film ma, a me, è proprio piaciuto un sacco!
C’è la giusta sorpresa, il film e la trama ti si svelano a poco a poco, ci sono personaggi PISIcologicamente diversi, sono 4 fratelli, c’è il contesto del nostro meridione, ancestrale e misterioso, con questi paesaggi assolati, le immense masserie, le tradizioni... ci sono delle sapienti inquadrature che avviluppano gli attori nelle emozioni dei loro personaggi. C’è un pò di Sergio Leone, c’è un po’ dei sapienti gialli americani..
Che ne so... m’ha esaltato un sacco e non l’ho potuto dire a nessuno fino ad ora, reprimermi m’ha fatto male!
...e poi con la “terra” in questo periodo ho un rapporto strano, mi manca. mi manca uno spicchio di giardino. io, che non ho affatto il pollice verde, che non ho molta simpatia per gli insetti.. vorrei un fazzoletto di terra. Risolvo andando a fare yoga nel parco, ma ieri causa zanzare avrei avuto bisogno di una trasfusione.
Lo devo dire subito, non ci posso stare a me, quell’uomo piace proprio un sacco. ...ehh, non è una bellezza tradizionale, o meglio, non è proprio una bellezza. Ma è ipnotico, camaleontico, e... non ho letto cosa dice la critica di questo film ma, a me, è proprio piaciuto un sacco!
C’è la giusta sorpresa, il film e la trama ti si svelano a poco a poco, ci sono personaggi PISIcologicamente diversi, sono 4 fratelli, c’è il contesto del nostro meridione, ancestrale e misterioso, con questi paesaggi assolati, le immense masserie, le tradizioni... ci sono delle sapienti inquadrature che avviluppano gli attori nelle emozioni dei loro personaggi. C’è un pò di Sergio Leone, c’è un po’ dei sapienti gialli americani..
Che ne so... m’ha esaltato un sacco e non l’ho potuto dire a nessuno fino ad ora, reprimermi m’ha fatto male!
...e poi con la “terra” in questo periodo ho un rapporto strano, mi manca. mi manca uno spicchio di giardino. io, che non ho affatto il pollice verde, che non ho molta simpatia per gli insetti.. vorrei un fazzoletto di terra. Risolvo andando a fare yoga nel parco, ma ieri causa zanzare avrei avuto bisogno di una trasfusione.
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