04 maggio 2006

Meditazione in movimento – dance trance



Esperienza: 45 minuti di danza a ritmo vario, blando comunque, con movmenti semplici e ripetitivi, scandito dalla sillaba “sciù”. Cambia musica e si passa ad un ruotare su se stessi con la mano destra davanti, riferimento per non cadere e la sinistra in basso per mantenere l’equilibrio. Fino a quando le forze non vengono meno e ci si lascia cadere a terra.

Opinione:
avevo già fatto questo tipo di meditazione ad aprile dello scorso anno. La prima sensazione che ho avuto non è stata negativa, ma poi nell'elaborazione dell'accaduto sono rimasta sgomenta, è stata un’esperienza troppo invadente. Il movimento ritmato fastidioso per la durata eccessiva, il senso di sballo durante la rotazione una sorpresa imprevista e il vuoto successivo interrotto dall’attacco di The Wall dei Pink Floyd… sconvolgente
Ieri mi sono ritrovata al bis, con poco entusiasmo. Ho avuto un report diverso. Il movimento non mi è sembrato poi così lungo, sono riuscita anche a lasciarmi andare in alcuni passi e a farlo ad occhi chiusi. È incredibile come si perde l’orientamento e ti ritrovi pur non percependolo in altra posizione nella stanza. Poi sono riuscita anche a percepire il coinvolgimento degl’altri e questo crea “clima”. La rotazione, bellissima. Genera un senso di onnipotenza, tu giri, il mondo ti gira davanti perché tu lo fai girare, ma sei ferma. …e ti viene da ridere.. incredibile, uno sballo. Mi veniva in mente Ceccherini in Benvenuti in casa Gori, quando dopo un acido si chiude in bagno e grida “vi siete chiusi dentro!!”
Poi cedi, vieni meno e cadi a pera, una vertigine e giù a terra. Ecco lì mi sono sentita sconfitta. Ho avuto paura. Pensavo di andare oltre il pavimento, quel parquet non arrivava mai, una caduta lunghissima.. e mi sono rannicchiata.. forse coscientemente capivo che quelli accanto a me erano grossi e mi potevano far male, mi sono presa la testa e ho aspettato. Poi il ritorno… troppo lungo con troppa musica ancora che andava.
A conti fatti, è un esperienza positiva. Mi ha fatto capire che non mi è facile perdere il controllo, ne ho paura, anche in un contesto semplice e famigliare. Devo avere tutto presente. Captavo il limite dell’abbandono e tornavo indietro. Ho il cd. Chissà… se un giorno leggete sul giornale “giovane trovata stesa in casa con il cranio fracassato da una caduta post dance trance” quella sono io.