Le cose che non ho voglia di fare sono diverse, ma nemmeno troppe.
Non ho voglia di prendere impegni che non mi lasciano libertà di movimento. Impegni di quelli che ti incatenano con i sensi di colpa. …se non ci vado poi non c’è nessuno oppure hai già speso un sacco di soldi …ma chi farà quel lavoro e come lo farà (come sono brava io!?!) …è dovere essere informati e partecipare ecc ecc. Impegni dal quale non distilli che qualche goccia di soddisfazione perché poi, comunque, non sei tu che regoli il gioco. Ci sono altre persone, altre teste, altri modi di vedere che governano le partite. Insomma, dovere o pseudo tale. Poi magari, una volta lì diventa anche piacevole. Oh! in qualche modo mi devo pur fare coraggio.
Non ho voglia di socializzare per forza. Se qualcosa non mi fa giù non la voglio ingollare per dovere, per compiacere o per convenienza. Starò senza. Pace.
Non voglio bruciare il tempo che non torna, voglio poter godere al meglio di ogni singolo momento. Ma nemmeno rimanere fuori dal mondo. Una gusta misura tra la necessaria solitudine ad elaborare interessi autonomi ed un confronto con il mondo esterno non sarebbe male.
Bene, l’ho detto che non erano troppe cose puntali… solo massimi sistemi. Adesso dopo i buoni propositi c’è da buttar giù un piano d’attuazione.