14 luglio 2006

Spalle larghe

“Tu hai gli anticorpi”, “sei vaccinata da tempo a questo tipo di cose”, “mica come te che ci sei abituata e capisci”
È sempre così, la disponibilità e la comprensione diventano un’abitudine, un’etichetta che ti classifica e ti fa’ apprezzare ma, quasi sempre, non rispettare e spesso sfruttare… “tanto lei capisce, comprende e bla bla bla”.
Non mi piace molto. Ma non cedo. Sono abituata a rimboccarmi le maniche ed agire, anche sacrificandomi ma a portare a casa un risultato, anche scarno, anche nullo, che mi appaghi, mi dia soddisfazione per l’essermi data da fare al meno. Certo, se a tutto questo si aggiungesse un riconoscimento anche esterno, non sarebbe male… esistesse una sana meritocrazia! Questo è il fatto.. scatta la riflessione o elucubrazione.. ma io voglio da vero solo essere appagata dal mio senso critico? Potrebbe essere solo questione di educazione? “sgobba sgobba… lavora lavora… niente si ottiene senza fatica… modestia umiltà!”

Un uomo con le spalle larghe,
ecco cosa ci vorrebbe per te,
che ti capisce senza farlo capire
 e non ti spieghi mai perchè. Che ti conosca da quando eri piccola
 o che da piccolo ti immaginava già.

 Un uomo con le spalle larghe,
 lo sa bene lui come si fa.
 Un uomo con le spalle larghe,
la paura non sa nemmeno che è. 
Se tira freddo alza il bavero
 e corregge il caffè. 
Può ritornare sporco di rossetto,
 tanto ha una faccia che non tradisce,
 un uomo come ce ne sono tanti,
 che quando vuole non capisce. 
Un uomo con le spalle larghe,
 la fortuna non sa nemmeno che è,
 ogni sera fa cadere le stelle, 
ogni mattina le raccoglie con te.
 E se bastassero le cartoline, 
te ne manderebbe ogni anno,
 e poi potresti vederlo piangere, 
come gli uomini non fanno.
 Un uomo che mangia il fuoco
 e per scaldarti si fa bruciare,
 diventa cenere a poco a poco 
ma non la smette di amare.
 Un uomo con le spalle larghe,
 tutta la vita ti prenderà, 
per insegnarti e per impararti,
 se mai la vita basterà.
 In una grande casa con le finestre aperte, 
in certe stanze piene di vento,
 un uomo con le spalle larghe,
 una buona misura del tempo.”
Francesco De Gregori da Terra di Nessuno 1987


(ho ritrovato il nastro originale, regalo dei miei 12 anni!)