13 novembre 2006

Momenti da plasmare nella forma


Ci sono momenti che vorresti fermare, momenti che hai paura a lasciar scorrere. Unici, ben armonizzati, l’aroma è il solito, la vita à bella, ed io sono fortunata.

Tutto inizia un sabato mattina di metà novembre. La stanchezza è provante, condensato di una settimana di gioie e fatiche. Il sole filtra alto dalla cucina ed arriva fino alla camera da letto.
La casa è un disastro. Il programma intenso della giornata permette solo di passare The Follet e nient’altro. Le borse sono mezze pronte, ma il tempo incalza. Doccia e fuori per un caffè. La bambina con la valigia sono io e il mio fratellone acquisito rimane qui. Tanto è dolce che si offre di andare a passare il cencio. È solo l’offerta, ovvio. Mai potrei permetterlo, ma il gesto è dolce.
Direzione Media Word, sembra necessario l’acquisto di una sim card per quella che sarà la mia nuova macchina fotografica. Lo Squillo mi farà questo bel regalo tra pochi minuti, come non poterla provare subito?! Anche solo per dargli soddisfazione. Al banco delle ottiche digitali, il ragazzo si ricorda di un signore con gli occhi azzurri che ha già comprato il kit canon con SIM da 2 GIGA!!! Olallà! Che sorpresa! Grande Squillo! Che ci fa ci vole…
Mi fiondo a casa dei miei e… è lui il signore con gli occhi azzurri! Ha comprato tutto il necessario e di più. Sono commossa! Le lacrime quasi non si contengono alle parole bisbigliate da mia madre:
“…ma te l’ha detto perché te l’ha voluta comprare? La fotografia è una tua passione, sei brava e ci tiene, ci teniamo che tu la sviluppi”
Ma chi non rischia la morte per parole del genere?!
Corro in camera a sbaciucchiare mio padre:
“Babbino Babbino, grazie grazie, la mamma mi ha detto… “
“La prossima volta ti compro un capannone con l’acqua”
Qui sono rimasta interdetta. Ho pensato, mi vuol vendere casa e mettermi in una baracca? Imprenditrice di letti per extracomunitari?
“Perchè babbo?”
“Perchè almeno riprendi a fare qualche scultura”
Ora, se ero già commossa, qui ho rischiato l’arresto cardiaco. Io ovviamente, non sono una scultrice e non lo sono mai stata. Ho solo mostrato, durante la mia carriera scolastica superiore una propensione alla materia e alla lavorazione a tutto tondo. Finito il percorso di studi, è finita la mia applicazione alla creta. In casa sono rimasti segni di questo breve periodo che a quanto pare a mio padre hanno lasciato un eco. E a dire il vero lo hanno lasciato anche in me. Non più di qualche giorno fa, esprimevo il mio desiderio di trovare un ricco mecenate che mi permettesse di fare l’artista, da grande. E alla domanda… “artista de’ che’?” la risposta è stata scultrice, terracotta.

Il tempo non basta mai, e i desideri troppi.
Dovrò trovare uno spazio e una misura per poter esprimere tutto questo. Ne saremo sicuramente contenti in due, io e lo Squillo.

La giornata è andata avanti e i bei momenti regalati con lei.
Ma questo è un altro post.