06 marzo 2007

Fatto la pace?

Grazie a Debby e al suo fantastico superbabbosessantenne per la serata di festa di ieri sera.
Una di quelle sere che fai pace con il mondo.
Un mondo in cui arrivo sempre tardi.
Ed anche ieri avevo un buon ritardo di mezz'ora alla serata. Ma si è rimediato con l'avanzare delle festa, e forse, a tavola, ho preso la rivincita con il tempo.
Un tempo di circa 30 anni, la differenza tra me un altro sessante, il padre di un altro amico che, dove aver smistato i viveri nella sua cucina per tutti noi, mi si è seduto davanti. Lui e il suo grembio bianco, la sua maglietta a maniche corte ed il suo passo flemmatico, lo sguardo basso di chi non ha bisogno del consenso degl'altri. Un uomo che sogna di andare sulla Sierra, che descrive i giochi del suo giovane cane Sandrone come la cosa più bella del mondo, che prova un piacere immenso a lavorare con i giovani diversamente abili e non ha paura di manifestare questa sua sensibilità. Accanto a me, mio padre. Il discorso si sposta velocemente al conflitto del mondo, possedere o essere? Le nostre opinioni collimano.
Questo è il mio riscatto al tempo, al tempo perso, al tempo passato in modo futile, ai minuti di ritardo. Queste tre parole, le nostre stesse sensibilità, e il sogno. Un sogno ad occhi aperti, non solo i miei.