14 maggio 2008
Il tipografo filosofo
foto CGIL Toscana
Devo raccontare del tipografo filosofo.
Ebbene, non è il solito tipografo con rapporto consolidato, no.
Era un tipografo con il quale avevo lavorato solo una volta lo scorso anno per lo stesso lavoro.
Quel lavoro che mi ha spremuto bene bene prima delle mie ferie.
Quel lavoro, che mi ha tenuto sveglia fino a tardi per due settimane e che mi ha rivelato il baccano che fanno gli uccellini alle 5 la mattina nel cortile del mio palazzo.
Ebbene, questo signore mi chiamato allarmato il lunedì alle ore 20.00 per la mancata consegna del materiale nella giornata concordata, tenendo al telefono ben 20 minuti lamentandosi che lui non aveva tempo, che erano aumentate le pagine, che avrebbero lavorato durante il ponte ecc., togliendomi tempo prezioso di lavoro.
Mercoledì pomeriggio, fremente di abbandonare il mio fardello, l'ho chiamato ad intervalli regolari di un'ora annunciando prima che arrivavo, poi un ritardo di un'ora, infine di tre.
Al telefono, lui non si scomponeva, né alla telefonata delle 15, né delle 16 e nemmeno quella delle 17,30.
Lui serafico, mi attendeva.
Questo atteggiamento rilassato, dopo il sollecito del lunedì, mi stupiva.
Quando l'ho avuto davanti a me, magrino, curvo e con il riportino ben spalmato sulla testa, non ho potuto fare a meno di fargli notare questa su calma inaspettata, visto i tempi con cui io, ma un po' tutti, lo facciamo lavorare. Questo senza farmi mancare la battuta sulla probabile infondatezza di tale urgenza... apriti cielo spalancati terra!
Mentre controllavo il mio lavoro, ormai con le ultime forze rimaste, mi sono sorbita UN'ORA e MEZZA di monologo, su quanto i quadri delle grandi aziende schiantino di stress - e Lui lo sa perchè il nipote lavorava per 60.000 euri l'anno alla grande banca che finanzio Hitlerr! -, sull'importanza del sorriso sul posto di lavoro e sullo stress pre vacanza. Al riguardo, ha citato una sua cliente, una giovane grafica, che lo aveva chiamato ripetutamente in giornata per accertarsi che tutto andasse per il verso giusto perché faceva il ponte del primo maggio. Ho pensato si riferisse a me e che non avesse presente che ero io, quella, lì davanti a lui, in carne ed ossa. Ma per fortuna non ho fatto mea culpa, si riferiva ad altra persona. Si vede che siamo tante, o è pratica professionale l'ansia pre vacanza.
Ho continuato a sorbirmi la sua zolfa, che è giunta fino al contratto dei poligrafici, di quando erano tutti insieme e avevano potere contrattuale, perché se si fermavano loro, fermavano la comunicazione, la stampa!! Mica c'era internet allora!
Bene il contratto nazionale dei tipografici o come si chiamano all'epoca (non ricordo quando, pardon!) oltre all'aumento del caso contratto 38 ore settimanali, e l'azienda del tipografo filosofo l'aveva adottata da subito e a distanza di anni erano ancora sul mercato. Questo a testimoniare l'importanza della soddisfazione sul posto di lavoro del dipendente come stimolo alla produttività!
"Bene!" gli ho detto " a questo punto o tu chiami i titolari della ditta per cui lavoro e li convinci di tutto ciò, oppure tu mi prendi a lavorare qui!!"
Dopo mi sono liberata in pochi minuti.