10 settembre 2008

Veloci considerazione sul recente viaggio in Giappone

Sono rimasta molto affascinata dal paese del sol levante.

La cosa che impressiona di più è che sei in Asia, con la quantità di folla dell'Asia, ma con la pulizia e le regole europee, svizzere per l'esattezza!
A Shibujia, l'incrocio di Tokyo più famoso al monto - le strisce pedonali più grandi al mondo penso - abbiamo avuto il nostro primo bagno di folla! Vedi tante piccole formichine sempre operose che si muovono freneticamente, attraversano le strisce, si fermano, attendono, ripartono!
È stato un primo impatto un po' scioccante, mettici le 13 ore di volo, mettici poi che sono per lo più tutti giapponesi e all'inizio ti sembrano tutti uguali, poi li guardi attentamente e vedi che sono diversissimi tra loro, capelli gialli, rossi, sparati a punta, anziani, donne succinte ecc... Però la quantità di folla e la lor compattezza ti fanno sentire proprio come un'eccezione in quanto occidentale, uno straniero, un Gaijin. Infatti di turisti ce ne sono ma non molti. Per lo più americani.
La pulizia e l'efficienza dei servizi è impressionante. I treni sono iper puliti, iper serviti, raccolta differenziata a bordo spinta, signorine gentillissime che ti portano viveri, i famosi o-bento le scatoline con il pranzo, il controllore dei biglietti, uscito dalla porta del vagone, si inchina per salutare i passeggeri a cui ha appena obliterato il biglietti. Cose incredibili!
Non ti dico la gentilezza delle commesse! Quando riscuotono ti porgono una scatolina nella quale metti i soldi, loro la prendono con due mani, li contano davanti a te, li lasciano sempre a vista, ti fanno il resto, te lo contano davanti agli occhi e te lo porgono con due mani inchinandosi e ripetendo la cantilena di ringraziamento! Ti commuove cotanto rispetto verso l'avventore!
Il cibo mi è piaciuto molti, il sushi lo adoro e lì la varietà di qualità e il costo minimo ti fa innamorare ancora di più! Poi c'è la roba cotta, udon e soba, sono spaghetti di grano saraceno che non ti fanno rimpiangere la pasta. I gusti sono sobri, niente a che vedere con la bocca arsa dalle spezie indiane! I dolci sono delicati, ci si mette un po' ad abituarsi, ma sono accompagnati da ottimo tè, che è sempre gratis, come l'acqua d'altronde. Enorme segno di civiltà secondo me.
Il caldo di luglio è paragonabile a Mumbay, se non che lì il cemento è molto di più e quindi non passa nemmeno la notte. L'aria condizionata è ovunque come pure i distributori automatici di bibite fresche.
Abbiamo avuto anche una scossettina di terremoto, giusto per farci avere un'idea completa del contesto.
(foto Tokyo, Harajuku)
Tokyo è la città dei balocchi, potresti stare ore ad osservare la gente tant'è strana, volendo vi si pratica lo shopping sfrenato delle cose più strane, dall'abbigliamento all'elettronica, dalla carta alle lacche! Lo Yen fortunatamente ha un momento di calo e si compra molto bene, si mangia veloce con 2/3 euro e non abbiamo mai speso sopra i 25€. La camera in albergo medio dai 40/50 € la doppia a notte. Non è poi così dispendioso come si dice!
(foto Nara, Todai-ji)
I templi, shintoisti o buddisti, sono molto belli architettonicamente, mancano di quella partecipazione dei templi indiani, ma l'incanto per perfezione ed effetto scenico è esaltante. I parchi ed i giardini sono meravigliose oasi durante l'afa, e sono costruiti a plasmare la natura in forme che nemmeno ci aspettiamo. Devono essere favolosi durante la fioritura dei sakura, i pruni da fiore di aprile. Sembra che ci siano dei veri e propri bollettini per l'avanzata dei fiori.
Meriterebbe andare in Giappone solo per l'architettura contemporanea, opere di Ando, Tange, Piano, sono all'ordine di ogni angolo.
Dell'aspetto tradizionale ho letto molto e visto poco, il tempo non era poi molto. Ho visitato templi e castelli, quello di Himeji è stupendo e ti porta sparato nell'epoca dei samurai. Giardini Zen purtroppo sovraffollati ti lasciano desiderare lo sterminio di massa.
(foto
giardino roccioso del ryoan-ji)
Nel complesso, il Giappone, si gira molto bene con treni e mezzi pubblici, con l'unico difetto del tempo necessario per raggiungere i vari siti. A Kyoto infatti abbiamo perso un po' di tempo per i permessi che deve rilasciare l'ufficio dei beni dell'Imperatore - volevo andare a visitare la Villa di Katzura che ispirò l'opera di F.L. Wright - e c'è mancato un giorno per visitare i templi della collina. Però abbiamo avuto la fortuna di assiste al Gion Matzuri, una festa religiosa shintoista che mette per strada i tabernacoli dei templi portati a braccio dagli uomini. Questo è stato un bel momento di contatto extra turistico. In generale sono tutti molto gentili nel cercare di aiutarti, ma parlano l'inglese molto poco e probabilmente c'è anche molta timidezza, per cui sono stati pochi i momenti di scambio con gli indigeni.

In sostanza un primo viaggio ti da molto poco se non la voglia di tornare!