" E un altro giorno è andato, la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?
Le orchestre di motori ne accompagnano i sospiri:
l' oggi dove è andato l' ieri se ne andrà.
Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai..."
Così canta la voce roca di Guccini, e questo è un po' il mio sentire per questo giorno, per quello di ieri, e quello prima ancora.
Sono stanca di questo stato, qualcosa deve cambiare.
Non basta più taglio o colore dei capelli (sì sono intervenuta anche sul colore :)
Ci vuole qualcosa di concreto.
Mi sto muovendo, ma non avrò risultato immediato.
Non passa sera che non faccia qualcosa.
Invio.
Devo fare di più per acquietare questa condizione, per dargli la pazienza di aspettare dicendo: "sto facendo il possibile".
Il "possibile". È lì il nodo. Cosa è il possibile?
Ho iniziato apprendendo la necessità di cambiamento, ho individuato più o meno dove voglio andare a parare. Più o meno.
Aspiro ad una serenità fatta di interessi e relazioni interessanti e piacevoli, di un quotidiano che non sia un intermezzo tra week end, ma che sappia anche dare, oltre che prendere quelle otto ore al giorno preziose della mia vita.
Aspiro perché adesso non è così.
Cosa fare?
Primo, desiderare, pensare positivo aiuta sempre.
Secondo cercare e non perdersi d'animo.
Mettiamoci anche un risparmio per i tempi buii e capitalizzare esperienze e relazioni, dallo studio a nuove conoscenze.
Ambizioso.