I piedi.
Ci accorgiamo di loro solo quando ci fanno male.
E da sabato a me fanno proprio male.
Tutta colpa di un paio di scarpe, si potrebbe dire.
Ma se queste scarpe le hai da una vita e questo effetto non te l'han mai fatto, è sempre colpa loro? Colpa di quella bella città che è Torino, ma dal clima tanto inospitale in questi due giorni dello scorso week-end?
...e se fosse come dicono gli orientali, che nei piedi si puo' leggere tutti i malanni dell'individuo invece? Se le vesciche al centro della pianta (di entrambi i piedi) e la verruca sul tallone sinistro - che mi porto dietro da un anno - volessero dirmi qualcosa, tipo...
- "Ahooo! Testina lassù! Ce semo anche noi qua de sotto, ce vedi? nun ce vedi? allora ce sentirai!!"
Gridano i miei piedi, gridano ininterrottamente da due giorni.
Stamani, la mia superficialità al nostro problema gli voleva precludere le comodissime scarpe da ginnastica per un paio di stivali più consono all'ufficio.
-"Ma chi se ne fotte del consono all'ufficio! NOI ci abbiamo le galle! Senti? Senti?"
Ed ho sentito bene, quando nei tre chilometri tra casa e l'ufficio ho trovato una coda di 15 minuti negl'ultimi 500mt.
Ho sentito bene, quando la pianta del piede schiacciava la frizione per quei 15 minuti.
Ho sentito tutto il giorno camminando sulle ova.
Ho preso coscienza della mia goffa camminata, dei dolori che incominciavo ad avvertire anche alle caviglie per proporzionale lo sforzo.
Sento.
Sento e spero che non mi voglian fan sentire altro, e che la presa di coscienza del valore dei piedi siano la via della guarigione.