28 luglio 2006

Arrivano i Monsoni!

Si, hanno alloggiato a casa mia, poco tempo, e se ne sono andati.
Ieri una tromba d’aria s’è abbattuta su quella ridente cittadina che è San Mauro a Signa. IO ignara di tutto ero a lavorare.
Dovevo andare da un fornitore alle 15, prima le cose da sbrigare in ufficio, poi il tempo da lupi, mi hanno trattenuto in quell’artefatto clima aziendale. Sono arrivata a prendere ciò che dovevo alle 17 circa, costringendomi ad interminabili file per portare a destinazione il materiale e tornare indietro… alle 18 stacco di solito, non avevo affatto voglia di fare straordinari fuori sede! In questo tragitto in macchina mi sono molto meravigliata dei danni che aveva fatto il tempo. Le donnine e gli omini che abitano a Brozzi sul ciglio della strada spazavano via l’acqua da casa. Tratti abbondanti di strada erano allagati, le macchine viaggiavano a passo d’uomo. Rami di alberi lungo la strada. Ed io notavo tutto questo con un certo distacco, con un certo dispiacere per queste persone che avevano avuto danno, ma anche con una risatina latente… hihihihihi. Bha! Addirittura riesco a fare tre parole di numero con quel fornitore musone sull’argomento e riparto. Arrivata alla mia destinazione tocco con mano l’effetto del tempo, anzi con piede! infilo la ciabatta nella prima pozza. Azz! Vabbuò tanto s’asciuga. Riparto. Mi potrei ferma qui, protrei comprare questo… ma no, vado a casa, mi faccio una doccia e mi riposo un po’, “in …uulo tutto il resto!”. Arrivata verso casa, si ripresenano gli stessi danni, allagamenti, alberi, stendini. Lavanderia. Ritiro la mia roba e iniziano i racconti del terrore, tromba d’aria, fulmini, saette. Oddove? Arrivo sotto casa, la solita combricola di mamme nonne e bambini. Ciao ciao ciao… oquella? La tenda del G. quella del retro, è stata trovata tre strade di sotto. Panico. La mia terrazza. Lo stendino. Il motorino. Perlustrazione da sotto, guardo in terrazza, scorgo l’unico vaso di fiori che possiedo e lo stendino. Ahhhh! Giro l’angolo il mio motorino è lì, sul suo cavalletto rotto, in bilico, mipiegomanonmirompo. Salgo in casa, converso con la vicina, le ferie, l’india.. oramai non è rimasto nessuno sulla faccia del pianeta terra che non sappia dove vado in ferie. Le chiavi, stavolta ce l’ho al collo, entro. Il pavimento luccica. Acqua. Solo allora mi viene in mente che avevo lasciato le finestre aperte. Tutte. Non ci avevo MAI pensato in tutto questo ragionare del tempo. Mai. Ne quando ho visto le signore scoparsi l’acqua da casa. Ne avevo pensato al mio stendino quando ho visto quello degl’altri divelto sul ciglio della strada. Mai. C’ho pensato tutto insieme. Mi levo le ciabatte entro a piedi nudi, per non lasciare impronte scure… seee! L’acqua era entrata per tutta la profondità della stanza, 8 mt, fino al disimpegno con il bagno ciaf ciaf ciaf… il tappeto, fradicio, color avorio intensio, intriso d’acqua in ogni sua fibra di cotone. Ehh si, mi riposo proprio un oretta dopo la doccia.. ufff
“ tesoro, ciao, sono una mezzoretta un ritardo ho la casa allagata”
Ciaf ciaf ciaf.