- Ma l’Internazionale come fa?
- Adesso non mi viene.
“Fischia il vento infuria la bufera scarpe rotte eppur bisogna andar a conquistare la nostra primaveraaaa dove soffia il sol dell’avvenir! A conquistare la nostra primaveraaaa dove soffia il sol dell’avvenire. Morti di Reggio Emilia, uscite dalla tomba, fuori a cantar con noi bandiera rosssaaaaaaa”.
- Ma Bella ciao?
“Una mattina mi sono svegliato oh bella ciao bella ciaooo…. E le genti che passeranno ti diranno che bel fior È questo il fiore del partigiano morto per la libertà È questo il fiore del partigiano morto per la libertà!”.
- Carlo Martello?
“Re Carlo tornava dalla guerra..”
“Che roba Contessa all’industria di Aldo… voi gente perbene che pace cercate la pace per far quello che voi volete, ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra vogliamo vedervi finir sotto terra, ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato nessuno più al mondo deve essere sfruttato!”
- E La locomotiva?
“non so che viso avesse neppure come si chiamava.. la fiaccola dell’anarchia, la fiaccola dell’anarchia, la fiaccccolaaaaa dell’anarchiaaa!”
- E poi?
- Uhmm bho, so difficili senza musica..
“Se io avessi previsto tutto questo dati causa e pretesto.. mio padre forse aveva anche ragione a dir che un laureato conta più di un cantante… io giovane ingenuo ho persooo la testa saranno stati i libri o il mio provincialismooooo.. azz in culo, accuse di qualunquismo è quello che mi resta, voi critici voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a voosssssiaaa.. Bella di quella bellezza acerba bionda senza averne l’aria… non la vedi non la tocchi oggi la malinconia .. andiamo andiamo viiiiaaaaaaaaa!!! Quellaa più di tutte fu l’isola non trovata, quella che il re di spagna ebbe da suo cugino da sigillo suggellata, il re di spagna fece vela cercando l’isola misteriosa, però quell’isola non c’era e mai nessuno l’ha trovattaaa spari di prua dalla galeeeeaaaa .. e poi il cielo ne ha il profumo come un’ideeeaaaa chissà se poi se c’è da veroooo”
- Lo sai che è una poesia di Gozzano?
- Gozzano Gozzano, Guido? Quello de.. mi piace Gozzano, no, non lo sapevo?!
“Generale dietro la collina.. Alice guarda i gatti.. Nino non aver pauro di tirare un calcio di rigore.. questa nave fa tremila nodi..”
Questo mese di luglio mi sono viziata molto, concerti, acquisti pre viaggio.
È bello rendersi conto che per divertirsi basta davvero poco, ci vuole la voglia e niente più.
Settimana di merda, non stò a riperlo nel dettaglio. Ansia da lavoro in corsa. Poi basta montare in macchina con un’amica, accordare la lineea, “settimana di merda ok, ma quì ora noi chiudiamo con tutto e ci godiamo la serata”.
Paolo Conte in Piazza del Duomo a Siena. Adoro questo connubio città/artista: la mandragola al Bargello, Benigni in Santa Crocie, Conte a Siena. Connubio aristocratico, Conte e Siena. Sgamiano il traffico delle 18 passando dall’Argingrosso, le Cascine sono sempre un gran bel monumento nazonale! Chiacchere sparse, tizio, caio, sempronio. Antipasto al volo, eh le gambine sotto il tavolo ci vogliono. La Piazza, il duomo, il marmo bicromo, la mezza navata vuota rimasta a metà per la supremazia fiorentina fa da sfondo alla ferraglia del palco di Conte. Puntualissimo l’avvocato parte. L’audio da aggiustare, i vicini da zittire, ma l’atmosfera arriva. La musica penetra e si diffonde. Ci allarghiamo, arrivo anche ad incrociare le gambe sulle sedie, chiudo gli occhi e arriva anche il respiro. Parte un pezzo strumentale con una chitarra classica da flamenco e un fiato, ahimè non li conosco, non so cosè.. arabeggiante. L’aria è satura di oriente, di un fine dopobarba e di tabacco da pipa. Il pezzo finisce. “c’è lo conosci?” “ no.. nell’ultimo non è” “ Scusi signora sa il titolo del pezzo di prima”. 3 bis e quel gran d’uomo ci lascia.
Sulla strada del ritorno, tra Siena e Firenze, siamo noi a cantare.