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Un monitor, una tastiera, un filo e poi un telefono e a quel telefono un nuovo filo, che corre dentro a un muro e sottoterra a un altro filo ancora.
E poi un intrigo, una matassa di centomila fili che si intrecciano e si sorvolano e poi si innestano e poi ritornano a un altro filo. E a questo filo il tuo telefono e un nuovo filo ancora e una tastiera e un monitor.
Su quel vetro sporco tu ti rifletti, come sto facendo io adesso, scrivendo parole che scorrono sui fili e che nascono dalle punte delle dita, mentre danzano questo ballo dell'amore. Noi diamo corpo e voce ai nostri cuori e ad anime invisibili. Scriviamo di me e di te e di quello che vorremo vedere ma è soltanto un riflesso, immaginando bocche, occhi e volti di persone più simili di quanto noi possiamo credere.
E i fili corrono e si rintrecciano mentre il nostro dire diventa fluido come l'acqua e scorre lentamente e poi rievapora come i sogni, che noi abbiamo quando io e te ci parliamo e immaginiamo di fissarci negli occhi. Ma in fondo è solo un monitor e una tastiera che ci sta unendo e che ci illude di questa vita che noi desideriamo ardentemente viva ma che è più effimera di una chimera. E quando si fa buio e questo vetro sporco non riflette che i nostri visi stanchi, ci ritroviamo soli, con la speranza, però, che su quei fili qualche nostra piccola parola si sia persa e stia ancora viaggiando lentamente. Così, tu domani, quando accenderai quel monitor, leggerai riflesso nei tuoi occhi: - Buongiorno amore, come stai?"
di Roux65
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Le situazioni descritte sono esclusivamente letterarie e la comparsa di personaggi e situazioni é da considerarsi come un prestito all'immaginario creato dalla realtà.
© Circerie Blog Editore
Prima edizione ne "Le Orchidee"