03 novembre 2006

Dalla padella alla brace


"Allora era questo che si provava? Come le urla elastiche di una melagrana mentre viene trafitta dal coltello, il parto cesareo di semi succosi estratti con la lama dal ventre. Come la risata gioiosa dell'olio che corrompe la pastella di farina e la piega al proprio volere creando una dolcezza ancora più intensa: la zulbia, le frittelle dolci di cui andava pazza. Innamorarsi era meraviglioso. Perché non gliel¹aveva mai detto nessuno?"

"In strada vetri rotti, pezzi di torba, mozziconi si sigaretta vagavano trasportati dall¹acqua, le lacrime di un cielo cupo che doveva ancora scaricare tutta la sua ira."

"(...) ripose Maryan ridendo, colpita dall¹incongruenza di un prete con il senso dell¹umorismo. Le ricordava una mela cotogna matura, ma con la buccia pallida e il sapore asprigno. Era sorprendente."

"Anche se verso la fine del XX secolo l'età matrimoniale in Iran si era notevolmente alzata, i pettegoli usavano ancora la parola torshi per descrivere una donna che aveva una data di scadenza, che era stata lasciata a prendere polvere sugli scaffali dell¹amore. (...)
No, lei non si sarebbe vergognata di essere chiamata torshi. Nonostante l'aggressività dell'aceto, i torshi riuscivano in qualche modo a sopravvivere al periodo di marinatura. Ed era proprio questo che lei voleva essere: una sopravvissuta, una che non temeva nulla."

"le pagine aperte del Profeta (...):

È quando il tuo spirito si lascia portare dal vento c
che tu, solo e vulnerabile,
fai del male agli altri e quindi anche a te stesso"


da Caffè Babilonia
di Marha Mehran
Neri Pozza, 2005