Vitruvio è il più illustre trattatista di età romana, il suo trattato, che mira ad una sistematizzazione dei temi del costruire, è l’unico che ci sia pervenuto dall’antichità.
Profeta nei secoli successivi, non ebbe molto successo in vita, la sua diffusione fu molto limitatà durante tutta l’antichità.
Incomincio a suscitare interesse in età carolingia, (verificare magari collegarsi ad uno specchio cronologico compresa tra il VI e il X sec. d.c., a sei secoli dalla morte. L’interesse aumentò nel Medioevo e trovò il suo culmine nel Rinascimento.
Si parla di Vitruvio:
Isidoro da Siviglia (ca. 560-636), nell’”Etymologie”, una delle più importanti enciclopedie medievali, il quale introduce conceti concetti vitruviani come dispositio, costructio e venustas, ma con significati diversi dall’opera del maestro;
In età carolingia l’interesse per Vitruvio è filologico; esiguo è il numero di manoscritti carolingi di Vitruvio, assenti i commenti. Degno di nota, un solo manoscritto risalente al XI/X secolo (codice di Vitruvio a Sélestat) con illustrazioni che non rivelano conoscenze architettoniche, né giungono alla figura vitruviana.
In Italia, l’interesse per Vitruvio, nell’alto medioevo fu marginale. Alcuni scritti altomedievali pertineti l’architettura:
Le ekphraseis sono una forma letteraria di descrizione achitettonica molto in uso in epoca bizantina giustiniane, con radici in età ellenica e romana ma molto lontane da queste per sensibilità architettonica. Le più famose riguardano Hagia Sofia di Costantinopoli (1). Possiamo citare l’opera di Procopio (VI sec) che redige un’ampia opera sull’attività edificatoria dell’imperatore Giustiniano (527/565) dal titolo Edifici (Peri ktismaton). Questa ha lo stesso tono adulatorio che Vitruvio ha nei confronti di Augusto.
Scritti medievali redatti in occidente e realtivi in tutto o in parte all’architettura si riferisco ad un solo edificio. Esempi ne sono la storia del monastero benedettino di Montecassino redatta dall’abate Desiderio oppure gli scritti dell’abate Suger di Sant’ Denis (1081-1151). Non possono essere riconducibili a presupposti teorico-architettonici o addirittura a Vitruvio. In tutta l’opera medievale si trova un’interpretazione simbolica dell’edificio eclesiastico e un’estetica basata sui numeri.
Il trattato di edilizia di Villard di Honnecourt, unico manoscritto mediovale che tratta esclusivamente di architettura con fini didattici, manca di impianto sistematico per essere paragonato al trattato vitruviano. È una sorta di taquino di schizzi di viaggio, di campionario di disegni che si è voluto accompagnare con un testo, non ci sono intenzioni letterarie.
Manuali per scalpelli e raccolte di ornato.
Furono i preumanisti, Petrarca e Boccaccio, a riportarvi attenzione:
esiste un manoscritto del XIV di Vitruvio con note esplicative di Petrarca, da qui la supposizione che si sia cosultato l’antico per la ricostruzione del palazzo di Avignone (2).
Boccaccio lo cita freguentemente nella sua opera De genealogiis deorum gentiluim. Nel XV secolo la conoscenza di Vitruvio si diffuse notevolmente, lo testimoniano i numeri manoscritti. L’interesse parte dagli umanisti aspetti letterali e antiquari ma si diffonde rapidamente agli architetti.
Esulando…
- Il primo edificio di Santa Sofia del VI/V sec. fu distrutto durante la rivolta di Nika del 523, ricostruito durante il regno di Giustiniano a più riprese, partendo dal 532 ad opera di due signori Antemio di Tralle e Isidoro da Mileto. La basilica fu consacrata per il 24 dicembre del 562.
Ad Avignone si trasferisce la corte pontificia nei primi del 1300. Fino ad allora era un centro di media dimensione, 10/20 mila abitanti, su di una buona rotta commerciale via terra per il sud della Francia e via fiume per il Rodano. L’arrivo del Papa prevede l’insediament della corte, 5.000 uomini romani. Ancor prima del trasferimento iniziono forme di speculazione edilizia. Si rende necessaria l’istituzione di una Commissione che media tra le due parti, cittadini e corte, nel redigere atti di regole di gestione per gli alloggi. Giovanni XXII sceglie come sede l’antico palazzo vescovile a ridosso del fiume e da il via ai lavori di ampiamento. La città, successivamente al trasferimento della Corte, vede un incremento demografico per l’esodo dalle campagne, l’aumento di edificazione, in particolare fabbriche come orfanotrofi e ospedali, l’aumento di traffici commerciali. Questo fino al 1376 che la Corte torna a Roma.