Scena di aperturà alla Paris Texas: grandi spazi aperti, polvere, io che mi
fermo con la macchina in un paese che sembra fantasma ma non lo è, sole a
picco, colori terrosi, porte di metallo arrugginite, una edificio con
portelloni vetrati, tipo serra o garage laboratorio. Sono alla ricerca del luogo
in cui ha vissuto i primi anni della sua vita un artista non ben identifico
(architetto trattatista?!). Guardo dentro il vetro della serra e la scena
cambia, sono in un interno, accompagnata da una persona fidata e interagisco
con degli indigeni, modeste persone laboriose, gargatamente restii alle
intrusioni. Scopro che lì con loro, confinato c'è un bambino che ha un forte
legame con la personaggio che cerco. è obbligato a rimanere lì con loro,
incapace andarsene. Decido di condurlo via, verso la libertà, agisco. ...ma
prima dello scatto che ci vede salire in auto e fuggire lontano dalla presa
delle persone che lo hanno cresciuto sino ad allora, frugo dentro una aiula
di piante acquatiche, tipo ninfea o loto, tra la terra melmosa muovo le mani
alla ricerca di una medaglie antica, da sottrarre come tesoro agl'indigeni
che rimangono sulla porta.
La sensazione conclusiva è quella di averli lasciati in scacco per la
sottrazione del piccolo, ma non certo per la medaglia, che possedevano in
altri esemplari, e lasciano intravedere svelandone un altro esemplare tenuto
nella tasca del grembiole... immagine sfumata con la luce sul comodino al
trillo del telefono.