L’ordine ionico è il primo che Vitruvio affronta nella trattazione. Così come per il dorico, individua un’origine mitica dell’ordine per il quale si riconosce fin da subito una grazia ed una femminilità tale da paragonarlo alla figura femminile. Ed infatti, secondo Vitruvio nasce sulla base di quest’esigenza, di dare un carattere diverso al tempio, in particolare a quelli rivolti a divinità femminili. Jone, a capo delle 13 tribù che formeranno le grandi città dell’Asia, Pergamo, Mileto, Priene, dopo aver conosciuto e codificato le proporzioni del tempio dorico, codificherà questo nuovo ordine per erigere templi a divinità femminili, e da tali grazie deriva le modanature: la base ricorda le calzature, le scanalature profonde le pieghe delle vesti, gli ovuli del capitello i riccioli.
Riguardo le forme e le proporzioni generali:
h. base = 1/2 Ø • h fusto = 8+1/6 Ø • h trabeazione = 1 e 1/2 Ø
la base è h 1/2 Ø (diametro del fusto della colonna presa all’imoscapo),
il fusto è h 8 + 1/6 Ø (più slanciato dei 7 del dorico),
il capitello senza gli ovuli è h Ø 1/3, ma con gli ovuli è 1/2.
la trabeazione è h + di 1 e 1/2 circa Ø.
Vitruvio cita per l’ordine ionico due tipi di base:
Base attica (che poi verrà adoperata da Palladio) H 1/2 Ø - larga 1 e 1/2 M
Formata partendo dal basso da un plinto quadrato h 1/3 dell’altezza complessiva, quindi 1/6 Ø
La parte superiore della spira, h 2/6 Ø la si suddivide in 4 parti uguali, la prima dall’alto, equivalente ad 1/12 Ø, è per il toro superiore, le altre 3 parti, vengono divise in due per la scozia con listelli e toro inferiore.
Base ionica è leggermente più complessa. Ha dimensioni diverse di base è un po’ più corta. H 1/2 Ø larghezza 1+3/8 Ø.
Si parte sempre da un plinto base quadrata h1/3 h complessiva della base, quindi 1/6 di Ø. La parte superiore della spira è divisa in 7 parti, le prime 3/7 sono per il toro superore, le altre sono per la spira, nei 2/7 successivi c’è la prima scozia con i listelli e gli astragali, quindi inferiore in altezza rispetto alla scozia successiva, che da sola occupa tutti e 2/7.
Questa base sarà adottata anche per il corinzio che a parte il capitello attinge dallo ionico e dal dorico.
La colonna si è detto essere più alta della dorica, circa 8+1/6, con scanalature in numero maggiore, 24 e alternata tra concave e piane, dove le concave sono semicerchi e il lato del pianuzzo è il lato di un quadrato che ha per diagonale il diametro.
Il capitello ha un’altezza escluso le volute di 1/3 Ø, con le volute che ricadono più basso è alto 1/2 Ø.
Partendo dall’alto è composto da un abaco ridotto a listello e gola rovescia, poi s’inserisce la parte delle volute, che è costituita da un orlo, tipo listello che si incurva e segue i due giri delle volute fino all’occhio, sotto l’orlo una parte piana, detta cappezzale, liscia, sotto a questa l’echino decorato ad ovuli. Quest’ultimo è molto sporgente. Chiuso nella parte bassa da un astragalo e listello. Di fianco le volute sono chiuse da un balteo a formare una forma a balaustra.
L’architrave è alto h 1/2 Ø, è tripartito in tre fasce, crescenti verso l’alto e chiuso da quella che nel dorico era la tenia, qui è un listello sporgente con gola rovescia.
Sopra il fregio, che puo’ essere liscio – h 3/4 dell’architrave (3/8 Ø) - o decorato, e in tal caso alto fino ad 1/2 Ø.
Sopra il cornicione con la caratteristica decorazione a dentelli, che come i mutuli e i triglifi del dorico hanno una corrispondenza con la carpenteria lignea della capanna vitruviana. Sarebbero la trasposizione lapidea dei panconcelli che stanno sotto l’assito di copertura. Sono composti da dentelli e metadoni, i vuoti, per dimensioni la metà dei pieni. Sopra il gocciolatoio separato dalla sima da listello e gola rovescia. La sima è una grande gola diritta.