11 aprile 2009

Giro di Boa.

Lo scorso anno di questo periodo, era un brutto periodo. Lo è anche quest'anno. Forse peggio. Magari ancora il peggio non è arrivato, ma arriverà! Come una carrettata di roba organica che prima o poi mi sommergerà. Roba organica che per lo più è lavoro... e in questo periodo di vacche magre manco ti puoi lamentare. Sul serio, se apri bocca, tutti ti dicono: Eh! Beato te! Pensa a chi non ce l'ha. E quindi chini i' capo e tiri la carretta. Sarà quella che farò anche quest'anno, forse più dello scorso anno, forse più intensamente, forse per meno tempo. Arriverà. Lo so.
Per adesso, nei prossimi tre giorni, mi dedico allo studio, mi riposo un po' e mi faccio un po' di coccole con il mio fidanzato che sarà sicuramente un po' bizzoso pure lui.
Penso di avere qualcosa in più rispetto allo scorso anno. Qualcosa che miracolosamente è arrivato oggi pomeriggio. Sono mattine che mi sveglio per l'ansia di non arrivare a far tutto, ed oggi miracolosamente, il giro di boa.
Non ho oltrepassato nessuna meta.
Il lavoro è sempre lì, allo stato embrionale, e i giorni sono sempre meno. E allora? Cosa ci ho guadagnato?
Una strana consapevolezza.
Quella che mi fa dire che farò tutto il mio possibile, del mio meglio per riuscire, ma ho la certezza di non essere un supereroe e di non saper fare i miracoli. Tutto probabilmente (non voglio mettere limiti alla provvidenza) non sarà possibile, ma mi impegnerò e questo sarà sufficiente.
Per me.

Se le mie pessimistiche previsioni saranno contraddette e trionferò su tutti, ne sarò felice.
Se come immagino invece, qualcosa rimarrà fuori, farò presente i loro difetti alle parti in causa e presentando al meglio il mio lavoro, quello effettuato, quello umanamente possibile.
Per farlo, questa accettazione deve passare dalla testa al cuore, e soprattutto alla bocca dello stomaco, che in queste mattine faticava a fare entrare anche del the.

La salute - e la dignità di primate con la parola - prima di tutto.

E l'Abruzzo in questi giorni ha fatto scuola. Tutta la mia solidarietà.