La settimana di festeggiamenti è arrivata alla fine. Nemmeno la Regina Madre può chiedere tanto!
Dal venerdì di Vita da strega alla Donna della domenica.
Quando è iniziato il venerdì, ero ancora allo specchio, cercavo di cotonarmi i capelli come la scopa della befana e ci sono riuscita. È arrivata Fiammetta, la strega della commedia all’italiana e poi a ruota, Berenice, la fattucchiera Madama, e ancora Mago Merlino per contenere queste energie femminili, e poi Grimilde, la strega di Biancaneve e all’ultimo goccio di aperitivo assenzio, Amelia, la strega che ammalia.
Un primo render-vouz attorno al tavolo, con carotine e cetriolini per quietare i grandi appetiti, sfrigolio di carta da regali e bicchieri che s’innalzano, “Alla tua, alla nostra!” Un taglia e cuci di parole e il mondo attorno a noi volge alla fine, la forza del gruppo corona le nostre esigenze.
Esauriti i magici ingredienti, ormai volatilizzati nel pentolone, ci siamo proiettati verso il prefisso luogo del Sabba di questo venerdì senza luna. Cantina in ombra, illuminata solo da fioche candele rosse, nude pareti di pietra. Il tempo scorre con il rintocco di cellulari, messaggi e bischerate, gomitate ai demoni accanto di tavolo e salti alla fotocellula del cesso. Quaranta minuti e le code di rospo non giungono, quando ormai la pozione esige solo questo...
La sventurata ancella porta vivande, sconta un casuale passaggio in quell’antro di bosco…
Questa è la vita! “Siamo così, è difficile spiegare certe giornate amare, lascia fare, tanto ci potrai trovare qui” In un momento cambia tutto, le femmine sono capaci di sbranare qualcuno e l’attimo dopo di mostrare infinita tenerezza. …e in un minuto, c’è chi passa dalla strega cattiva a Capuccetto Rosso. Per fortuna, un folletto arruffato pensa al pentolone gorgogliante del nostro stomaco e il formaggio è spacciato! Alla mia tavola dopo una disperata assenza è l’alimento primo, unico e goloso con i suoi “mielini”!
Una serata intensa, una serata che racchiude un sfera di vita, vita da strega.
Il sabato è di transizione. Dimensione intima, momenti d’isolamento, solitudine d’acqua e di sonno, compagnia a ranghi ridotti e simpatia diretta.
La domenica vede l’apoteosi della vita di casa, anche se ad orari impropri, l’alba non mi si confà. Sveglia a mezzogiorno e dolce bivacco tra le lenzuola. Gozzovigliante casalinga a scoppio rallentato fino alla messa in tavola della sera.
Maestri ed amici d’infanzia, quanta meraviglia!
La conversazione spazia dalla mattina dell’attentato a Togliatti alla signora Norma, madre di Montero, che se nel ’46 disse: “Se vincono i comunisti, do via la fica a metri”. Torniamo sulle solite foto che ci hanno già intenerito, i commenti sono nuovi “ma chi è quel bel ragazzo lì accanto a te?… tu? ma eri biondo?!” fino ad uno spassoso “Montanari chi?”.
Quanto di meglio possa accompagnare a parole, la digestione di piccioni ruspanti e fiorentina al sangue, Brunello e Sagrantino.
Quanto di meglio potesse aspettarsi una Donna della domenica.