by Angelo Maria Pirone (Roux65) – dicembre 2006
Mentre la donna si allontana, resto con quella scatola tra le mani, indeciso se posarla o meno. Sono scettico, lo ammetto, ma quella storia dei baci rubati raccontata così bene e con tale serietà e dovizia di particolari m’ha molto incuriosito. Faccio per posarla ma nel farlo tendo l’orecchio per capire se dal retrobottega possa venire qualcuno. Si sente un chiacchiericcio soffuso e allegro. Probabilmente qualche amica della donna. Ho l’impressione che si tratterrà ancora a lungo a telefono.
Allora risollevo la scatola, la soppeso di nuovo, la giro più volte per rimirarla.
B.M. un monogramma impresso a fuoco sul fondo della scatola, coperto dal nastro porpora… forse saranno le iniziali della nobildonna o probabilmente il marchio dell’artigiano… non so.
E lentamente, senza quasi accorgermene, faccio scivolare il nastro, avvicino la scatola al viso e con uno scatto secco il coperchio si apre…
Colori, suoni, aromi, una sensazione bruciante e piena sulle labbra, denti, una lingua che corre sulla mia bocca, carezze sul volto, una voce che mi sembra di riconoscere… si è la sua, quella del mio amore lontano, la sensazione netta di mani e respiri su di me, un tumulto… il cuore impazzito… la pelle mi pizzica… mi manca l’aria… Oddio!... un tonfo…
- … dove sono? Signora… è ancora a telefono?
- Finalmente ha riaperto gli occhi… dottore venga, il signor Filippuzzi è di nuovo tra noi... lei intanto non si agiti, ha preso una bella botta…
- … ahia, la testa… mi fa male cane…
- E ci credo! È rimasto privo di sensi almeno due giorni, pensavamo a guai più seri… ha un ematoma sulla fronte che sembra una palla da biliardo
- … scusi, ma lei chi è?... e dove sono? Non è La Stella d’Orione?...
- Stella d’Orione? Ahahah… Signor Filippuzzi ha preso davvero una bella botta… ma proprio non si ricorda nulla?
- Perché? Dovrei?... ma questo non è il negozio e lei… lei non è la proprietaria?
- Le ho detto di non agitarsi, stia calmo. Fra due minuti arriva il dottore e le ridà un’occhiata. Comunque nulla di grave. Avrà un po’ di mal di testa per qualche giorno… abbiamo escluso danni più seri. Si terrà questo livido sulla fronte e un paio di punti che abbiamo dovuto mettere sull’arcata sopraccigliare…
- Ma.. ma dove sono?
- Ancora non l’ha capito? In ospedale… al Fatebenefratelli
- Ospedale? Ma cosa è successo? Non ricordo più nulla… solo il negozio, una scatola… l’ho aperta e poi più nulla… il vuoto
- Negozio? Quale negozio? Un’ambulanza è venuta a raccoglierla in Vico dell’Oca. Chi l’ha visto, ha detto che stava correndo come un pazzo, che ha svoltato l’angolo improvvisamente e che ha centrato in pieno un palo della luce… Lì, in piena fronte, dove ha il bernoccolo. Non so chi è stato a chiamare i soccorsi, mi sembra una vecchina… si la signora Maria… gentilissima è venuta qui, per due giorni di seguito, ad accertarsi che lei stesse bene. M’ha detto che le ricordava tanto suo figlio e che si sentiva in debito con lei
- Allora il tribunale, il negozio, la scatola… mi sono inventato tutto?
- Probabilmente privo di sensi avrà sognato, i traumi fanno di questi effetti… ah dimenticavo… la signora Maria le ha lasciato una scatola di Baci Perugina per rifarsi la bocca appena si sarebbe ripreso… che cara. Gliel’ho messi nel comodino, insieme alle carte che aveva con se. La signora Maria ha avuto la briga di raccogliere tutto… davvero una cara e brava nonnina… magari fosse mia madre… mi scusi, mi scusi, parlo troppo, lei sarà stanco è ha bisogno di riposarsi
- …
- Ah! Un’altra cosa ancora. C’è un signore qui, fuori la stanza… un pazzo furioso, stava intervenendo la guardia giurata per calmarlo… afferma di essere il suo avvocato… urla, strepita, dice che vuol vedere le sue carte… chiede insistentemente di una cartelletta blu con un fascio di assegni dentro… Io non ho trovato nulla e a quanto ne so nemmeno la signora Maria…
Sorrido, mi volto e mi addormento