Ieri, cioè stanotte, alle 1.00, andando a letto a cercar di lenire questo cappero di contrattura muscolare che non passa ancora, dovevo scegliere con cosa addormentarmi.
Non ho scelto il gas dei fornelli.
L’alternativa era tra due generi di libri che da un pezzo costruiscono due pile sul mio mobile di sala. Sono i libri di prossima lettura, a portata di mano perché gradirei fosse immediata se non istantanea. Ma visto la velocità geologica con cui li divoro, forse potrei trovargli anche una collocazione più in disparte.
Bene, due pile accanto alla tv, la prima composta da soggetti legati all’India, romanzi boolliwodiani, Terzani, Kipling, qualcosa sullo yoga… e poi, la seconda pila, comprende tutto il resto della letteratura mondiale che mi fa gola! Quindi il nuovo Franzen, Agota Kristof, diversi Tondelli, e via dicendo. Insomma, quella famosa ventina di volumi che mi sembra di aver già rammentato. E dire che un po’ era scesa…
Insomma ieri dilemma. Avevo finito di leggere un acquisto di settembre, un harmony Neri Pozza di una scrittrice indiana. Non ve ne parlo, il libro carino, ma mi aspettavo di più.
Guardo il comodino e ci sono tre volumi, due iniziati e uno da avviare.
Decido per uno smarimesso, quello più basso :-).
"Rimini", Tondelli. Ricordo di averlo iniziato il 22 luglio.
Non mi era dispiaciuto affatto, tant'è che ne ricordo bene la 60ina di pagine lette. ...se era rimasto lì, era solo perché è passato altro nella mia vita di lettrice. Apro dove avevo lasciato. Dentro due biglietti intatti per il concerto mancato del 23 luglio. Coincidenza, mal di schiena allora, mal di schiena oggi.
Inizio a leggere e sorpresa! Non sia a Rimini come ricordavo, ma a Berlino. La voce narrante racconta non più di un giornalista spocchioso ma di una triste antiquaria zitella. Primo paragrafo, "avro sbagliato? Mi ricorderò male?" Sfoglio indietro… e sìsì, ricordavo bene. "Mo’ chi è questa qui? Cosa cappero c’entra?" Vado avanti. Tempo due pagine, sono catturata da una presenza, un oggetto in quel negozio di antiquariato liberty, una Tanka indiana. "Ma cos’è questa robina qui?!" Leggo la descrizione un po’ arruffata e capisco essere una raffigurazione visiva con tante immagini, figure di divinità. Dietro magicamente, per renderla atta ai riti, un bijamandra, così dice Tondelli, che riporta una lettera su ogni testa di santo. Oh, la cosa m’ha elettrizzato. Mi sono messa a fruzzicare tra le mie carte Indiane, libri vocabolari e quant’altro, niente Tanka! Ultima spiaggia internet e Guru. Niente. Tondelli m’ha fregato, invenzione letteraria ed io ho abboccato in pieno.
Non ho scelto il gas dei fornelli.
L’alternativa era tra due generi di libri che da un pezzo costruiscono due pile sul mio mobile di sala. Sono i libri di prossima lettura, a portata di mano perché gradirei fosse immediata se non istantanea. Ma visto la velocità geologica con cui li divoro, forse potrei trovargli anche una collocazione più in disparte.
Bene, due pile accanto alla tv, la prima composta da soggetti legati all’India, romanzi boolliwodiani, Terzani, Kipling, qualcosa sullo yoga… e poi, la seconda pila, comprende tutto il resto della letteratura mondiale che mi fa gola! Quindi il nuovo Franzen, Agota Kristof, diversi Tondelli, e via dicendo. Insomma, quella famosa ventina di volumi che mi sembra di aver già rammentato. E dire che un po’ era scesa…
Insomma ieri dilemma. Avevo finito di leggere un acquisto di settembre, un harmony Neri Pozza di una scrittrice indiana. Non ve ne parlo, il libro carino, ma mi aspettavo di più.
Guardo il comodino e ci sono tre volumi, due iniziati e uno da avviare.
Decido per uno smarimesso, quello più basso :-).
"Rimini", Tondelli. Ricordo di averlo iniziato il 22 luglio.
Non mi era dispiaciuto affatto, tant'è che ne ricordo bene la 60ina di pagine lette. ...se era rimasto lì, era solo perché è passato altro nella mia vita di lettrice. Apro dove avevo lasciato. Dentro due biglietti intatti per il concerto mancato del 23 luglio. Coincidenza, mal di schiena allora, mal di schiena oggi.
Inizio a leggere e sorpresa! Non sia a Rimini come ricordavo, ma a Berlino. La voce narrante racconta non più di un giornalista spocchioso ma di una triste antiquaria zitella. Primo paragrafo, "avro sbagliato? Mi ricorderò male?" Sfoglio indietro… e sìsì, ricordavo bene. "Mo’ chi è questa qui? Cosa cappero c’entra?" Vado avanti. Tempo due pagine, sono catturata da una presenza, un oggetto in quel negozio di antiquariato liberty, una Tanka indiana. "Ma cos’è questa robina qui?!" Leggo la descrizione un po’ arruffata e capisco essere una raffigurazione visiva con tante immagini, figure di divinità. Dietro magicamente, per renderla atta ai riti, un bijamandra, così dice Tondelli, che riporta una lettera su ogni testa di santo. Oh, la cosa m’ha elettrizzato. Mi sono messa a fruzzicare tra le mie carte Indiane, libri vocabolari e quant’altro, niente Tanka! Ultima spiaggia internet e Guru. Niente. Tondelli m’ha fregato, invenzione letteraria ed io ho abboccato in pieno.