Everyman
Philip Roth
2007, Eiunaudi
Traduzione di Vincenzo Mantovani
Il nuovo romanzo di Philip Roth è una storia intima eppure universale di perdita, rimpianto e stoicismo. Dopo il successo di Complotto contro l'America, Roth sposta la sua attenzione dallo «straziante incontro di una famiglia con la storia» («The New York Times») all'incessante battaglia di un uomo con la propria mortalità.
l destino dell'Everyman di Roth si delinea dal primo sconvolgente incontro con la morte sulle spiagge idilliache delle sue estati di bambino, attraverso le prove familiari e i successi professionali della vigorosa maturità, fino alla vecchiaia, straziata dall'osservazione del deterioramento patito dai suoi coetanei e funestata dai suoi stessi tormenti fisici. Pubblicitario di successo presso un'agenzia newyorkese, è padre di due figli di primo letto, che lo disprezzano, e di una figlia nata dal secondo matrimonio, che invece lo adora. È l'amatissimo fratello di un uomo buono la cui prestanza fisica giunge a suscitare la sua più aspra invidia, ed è l'ex marito di tre donne diversissime tra loro, con ciascuna delle quali ha mandato a monte un matrimonio. In definitiva, è un uomo che è diventato ciò che non vuole essere. L'humus di questo potente romanzo - il ventisettesimo di Roth e il quinto in pubblicazione nel ventunesimo secolo - è il corpo umano. Il suo tema è quell'esperienza comune che ci terrorizza tutti.
Everyman prende il titolo da un'anonima rappresentazione allegorica quattrocentesca, un classico della prima drammaturgia inglese, che ha per tema la chiamata di tutti i viventi alla morte.
da Einaudi.it
Dopo il romanzo dedicato all’ampia «storia alternativa» dell’America, Philip Roth scrive un’intima miniatura funebre, un breve testo di straordinaria potenza.
Philip Roth scrive un elegiaco inno alla vita, vista però dalla prospettiva temporale della vecchiaia, dove lotta e rassegnazione, nostalgia e impotenza si contendono le pagine del romanzo. Il protagonista è un pubblicitario di successo di cui il narratore ripercorre l’intera vita secondo una linea squisitamente corporale. Grande rilievo hanno perciò le disavventure ospedaliere (dall’ernia inguinale dei nove anni ai cinque bypass, per finire con le numerose operazioni che hanno segnato gli ultimi anni di vita), a cui fa da contrappunto la vita sentimentale: i tre matrimoni, il distacco dai primi due figli; la nascita dell’adorata Nancy; la scelta fallimentare di sposare una modella danese molto piú giovane di lui; l’abbandono di New York a 75 anni per trasferirsi, dopo l’11 settembre, in un villaggio per pensionati a dipingere. Qui, nel New Jersey, la stagnazione della vita si rivela per intero nel tentativo fallito di sedurre una ragazza che fa jogging lungo la promenade del villaggio. Un crescendo di drammaticità che culmina con la morte dei genitori e nel colloquio – degno di Shakespeare – con il becchino del cimitero ebraico che li sta seppellendo. Poi l’arresto cardiaco e l’ingresso nel nulla.
Da Ibs.it
Ed inoltre Corpo12.it e l'ernesto, su quest'ultimo un pezzo pubblicato su La Repubblica del dicembre 2005, quando il romanzo usciva in America.