30 gennaio 2007

UN FILO D'INDIA A SUD. “Prima di partire per un lungo viaggio…” (seconda parte)

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Il giorno prima.

Il giorno prima della partenza, giovedì, è stato un tour de force interminabile. …e svegliati presto, vai dall’estetista, chiudi la valigia, e cerca l’oggetto dimenticato, la valigia non si chiude, caccia alla valigia più grande, scendi in garage, risali, svuota la piccola, riempi la grande, chiudi, cerca il lucchetto, pulisci casa, poco, continua verifica telefonica a tuoi, verifica sulla spesa per la sera, getta subito la rumenta che poi domani te ne scordi e puzza fino a dopo befana, fatti una doccia e vestiti, cerca qualcosa che ti entri nella tua recente versione TrudyGambaDiLegno, passa dall’erborista per gli ultimi acquisti, aspetta che signorina con le mani perfette apra il negozio, fatti fregare ben bene e poi riparti direzione casa-mamma, la meta, l’ultima meta di questa giornata, l’aperitivo di saluto con gli amici!

È usanza consolidata, anche se recente, passare insieme agli amici d’infanzia e con gli Squillo, una vigilia laica. …E dato che sarò assente per la nascita del divin pargolo, ho pensato bene, con il sostegno degli genitori sempre pronti a banchettare, di non perdere l’occasione e anticipare i festeggiamenti ad un ape-pre-pre-pre-vigilia, e l’invito è stato accolto! Tutti insieme appassionatamente attorno al tavolo.

Pre-Abbuffo, lo scarto dei regali Famigghia, cioè quelli fatti a me dai miei, e quelli si sono fatti tra di loro. Che tipi! Si comprano i regali insieme e poi se li impacchettano e se li scartano! Ma non mancano le sorprese! Poi l’Abbuffo, eccessivo come sempre e infine il Post-Abbuffo. Consueto dessert, panna cotta e attacco ai miei orrori ortografici, immancabile! Come sparare sulla Crocie Rossa! Consueta anche la pianificazione vacanza pre partenza. La sosta a Mosca del volo indiano ha dato il via ad una fantasia di gruppo su un iperbolico viaggio estivo, partenza in macchina - inutile specificare quale, sogno è! - direzione Ex Urss, via Vienna, Varsavia, toccano Mosca e San Pietroburgo - ops Leningrado! – e poi Varsavia tornando per Odessa… qualcuno non disposto ai voli pindarici mi taccia di sfacciata, ma è più forte di me, pensare in movimento.
Questo e non solo, il clima pre partenza, emotivamente diverso dal precedente.

A casa, da sola, ancora un’altra dimensione.

Io con me, e basta. Io e la mia valigia, io e i miei libri da viaggio, sempre troppi. Io e la verde guida Touring, io e i racconti dell’India mistica, io e Tondelli, in pool sul mio comodino. Dopo un primo avvicinamento di quest’estate, il libro che mi ha ipnotizzato, che mi chiama tra le lenzuola la sera come un amante è Altri libertini. Letto in modo disordinato, avviato dalla tua voce modulata che mi sussurra direttamente al cuore, stupendo. Lo porto con me, non viaggia solo, porta con sè l'idea di te. Per lo stesso motivo, altri volumi, che rimarranno sicuramente in fondo alla valigia, ma che mi conforta sapere di aver con me.

Saprò sopravvivere in India, ma vorrei qualcosa di più. Vorrei godermela questa vacanza, viverla bene. Perché penso questo? Perché il germe della distanza, dei nostri litigi di questi giorni incomincia a pormi qualche dubbio.

Per il fabbisogno alimentare, oltre la scorta fisiologica che mi porto appresso, ho anche un pacchettino verde, regalo natalizio di una previdentissima Cate: olio, parmigiano e grappa! Che donna! Se non ci fosse bisognerebbe inventarla! Già registrato vero? Bene, non manca nulla… spaghetti e pommarola alla prossima spedizione, chiudo tutto stasera, così com’è, per non cedere a portarmi dietro altro.

01,30. Niente sonno. Guardo il telefono muto. Anticipo la Pasticchina fitoterapica preparata per il Jet lag.

02,30. Troppo delicata si vede la fitoterapia con me. Passiamo alla camomilla forte. Il telefono è sempre muto. Bevute le tazzone d’infuso passo al classico stratagemma per scaricare l’ansia che mi macula le gambe di macchiette rosse.

L’ansia. L’ansia è un colore grigio, come il fumo di una città industriale, che ti blocca lo stomaco alla bocca e non lascia che filtrare altri colori, altri sapori. È per sua natura inconsistente ma densa, capace di paralizzare.

C’è poco da fare. Non è sforzandosi di dormire ad occhi chiusi tra le coperte che prenderò sonno. Guardo il telefono e penso, che di la, a qualche centinaio di km, potresti fare altrettanto, guardare il telefono muto e non scrivere per primo, come me. Perché non spezziamo questa distanza anche solo con due parole?

Apro Tondelli e l’ultima ora che ricordo indicata sulla sveglia è le 3.00. La sveglia non suonerà domani mattina. Ho azzerato la suoneria. No sarebbe carino, partire lasciando impostato quel trombone con due suonerie, 7,30 e 8.00, e che per di più suona per due ore ogni 15 minuti.
No, non sarebbe carino, anche perché sarebbe la terza volta che mi accade e penso proprio che i vicini non si accontenterebbero di staccare l’interruttore generale.


A svegliarmi il mattino ed un banchetto di sms e lenzuola. Abbiamo atteso ma arrivano.
Il mio letto, mi godo un paio d’ore di piumone sapendo di non tornarci prima di 20 giorni. Alle 10.00 inizia la partenza, mi tiro giù solo perché qualcosa c'è da aggiungere ancora piccoli pezzi, ma viaggio gia con ritmi indiani… se manca qualcosa? Se qualcosa rimarrà fuori posto? Pace! …colazione, telefono, sigarette, posta e arriva mezzogiorno.

Chiudo casa e scendo ad aspettare la mia Omonima compagna di viaggio. Godo il sole e il tiepido freddo dicembrino di questa pazza stagione.

Il cielo è azzurro e voglio sperare in un buon inizio.