24 gennaio 2007

UN FILO D'INDIA A SUD. In principio fu...

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22 dicembre 06, Malpensa.

Photo Sophystika su Flick
L’appuntamento con il Guru è alle 14.00, al solito bar.
Così annuncia l'sms dell'Omonima. Io non so qual'è il solito bar. Poco importa.
Il mio viaggio inizia quando lei - l’Omonima - mi preleva dal giardino davanti a casa, ben coordinata con l’ultimo tiro alla mia sigaretta.
Una volta raccordati tutti, Guru, lei e Conserte Cheto partiremo per Malpensa. Compare anche Iddu - lo scatolone - il gemello dell’agostano fonte di dubbi squilloneschi. Una volta tutti, una volta stivati i bagagli siamo pronti per partire - non per totani, come lascia presupporre l’adesivo sulla GuruMobil - ma per la marcia longa verso il varesotto.

Prato Ovest, Pistoia, Lucca, Viareggio… la conversazione è animata dalle disavventure del Guruziofratello. Spezia: primo cicchino e caffè. Gli sms segnano i falsi km di avvicinamento e lo scandire del prudente incedere.
Quante volte questa strada di recente. Arrivo giusto a Sestri Levante e cado in narcolessia! Non ho dormito molto questa notte in effetti. La cosa buffa è che stavo facendo una domanda e non ho percepito risposta, mi sono addormentata di botto.
- Quando farà la luna piena, noi, dove saremo?
Varkala, in Kerala, sull’Oceano: guarderemo da qui la prima ed ultima luna piena di questo anno. La luna la guardi in tutti i capi del mondo, e qualcuno la può guardare con te, dall’altra parte (fuso orario permettendo).

Apro gli occhi in Monferrato, ore 18.30. Da bravi viaggiatori e secondo la mia tradizione familiare, abbiamo preparato panini da casa e sfacciatamente, acquistato solo un coka, li mangiamo seduti ai tavolini autogril. Riposata e mangiata, incomincio a godermi il viaggio.
Nei pressi di Somma Lombardo incomincio un’interessante conversazione telefonica con il parcheggiatore che ci aspetta ma mai ci vedrà. Sbagliamo ovviamente parcheggio. Poca importa anche questo ha un Carondimonio che ci traghetta all’atteso Terminal 1.

Una cicca fuori e poi, via dentro. Niente panchine, accampamento improvvisato.
Telefono. Non mi staccherò più da questo apparecchio, ne sono assolutamente dipendete.
Incominciano ad arrivare i miei sconosciuti compagni di viaggio.

La Rossa torinese è la prima. Il destino ci renderà inseparabili consorti.
La famiglia di Cuneo, composta da una mamma-super-sprint, la figlia-arpista e il figlio-indiano-diciottenne, la cugina inizia-con-E-ma-non-ricordo-il-nome che, a un primo colpo d’occhio pare in cinta! ...e non sapevo se esprime tutta la mia stima o scioccarmi per l’incoscienza! AH, il marsupio.
E qui, il gruppo fumatori sale a cinque.
Continuano a pervenire compagni di viaggio: la Sciura che insegna yoga&Co., sembra un po’ troppo in tiro per un viaggio in India, ma aspetto ad esprimermi.
Due splendide bionde amiche di Milano, belle proprio, entrambe, non stereotipate, con una certa sicurezza nei modi che mi affascina.
Il Guru è in piena attività, opera, intesse, cuce… ripete a tutti che "il viaggio è sottotono" rispetto a come lui ha previsto. Bah! Posso capire tenere basse le aspettative, ma non mi sembra “produttivo” farsi questa contro pubblicità!? Che sia davvero sotto tono e non solo una mossa per farci rimare più sorpresi?! Gatta ci cova.

Check in. Liberi dai bagagli, ci facciamo ancora di cicche e caffé, le ultime. In questo clima già conviviale avanzato, Il Guru lancia la palla della suddivisione in camere. Io e La Rossa ci siamo gia adottate. Lei è tutto un “Vero Cara vero?”. Sono io la sua fonte di conferme o mi prendeper culo? Bho!?! …è in ogni modo simpatica! Amore o calesse, vedremo!

Immigrazione, controllo bagagli a mano e siamo all’imbarco. Ci aspettano ore di volo e silenzio, pensieri e cibo precotto.

Ultima telefonata in suolo italiano. Per fortuna l’umore è altro, la tua voce sembra serena.
Prendiamo posto. L’aereo si alza senza scosse. Si apre una distesa di piccole luci e profonde ombre, segni geometrici agganciati tra loro a comporre una città vibrante che scompare nel nero.

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