02 febbraio 2007

Ricomincio da tre..nta!

Mmmmmaaaaaaagari! Questa sarebbe stata la volontà, ma quando sono arrivata a bordo vasca ho guardato l’orologio prima di togliermi gli occhiali e avevo solo mezz’ora! Mezz'ora per nuotare, lavarmi, mangiare… eh magari una capatina nell’idromassaggio non guasterebbe.
La mancanza di tempo è andata a discapito della quantità di vasche.

È tanto che non nuoto, tanti pacchetti di sigarette fa. Per di più, è anche tanto che non faccio un po’ di esercizio fisico aerobico. Ho smesso ad aprile, quando ho ripreso a fumare. Come un binomio inversamente proporzionale, in questi giorni che sto rallentando con le sigarette, voglio iniziare di nuovo a nuotare. A dire il vero… le sigarette scendono perché non ne ho più voglia e la necessità di movimento viene da una visione che ho avuto allo specchio delle mie scorte adipose.

Ho sempre vissuto la piscina come un’attività forzata. Mi ci hanno avvicinata da piccola i miei genitori, convinti di quel che dicono i medici, che il nuoto è l’attività più completa. Non facevo i salti di gioia per andare, sempre di corsa, sempre pigra, sempre poco adatta alla competizione… non che non sia competitiva, anzi, ma mi piace vincere! ...E a nuotare sono sempre stata una schiappa, come in qualsiasi altra attività sportiva.
L’odore di cloro era il simbolo di supplizio.
Sono riuscita a sfatare il tutto, da grande, quando con una allora amica, nel ‘98, ci siamo imposte di fare movimento. E così è stato, ininterrottamente fino al novembre del 2005, ho frequentato la stessa piscina. Lei non c’era più, nè in piscina, nè nella mia vita, come tante cose nell’arco di 7 anni.
Ma alla lunga, anche una tipa come me, miope, frettolosa e poco attenta, riesce a socializzare anche in vasca, dove non si parla molto e non si sente niente. Ne è venuto fuori un bel gruppo di amici che ancora mi chiama per le cene di fine corso.


Veniamo ad oggi, al grande rientro in acqua. Costume nuovo. Eh sì, perché per incentivarmi, e più che altro perché credevo davvero di non averne più, mi sono comprata ben due costumi! Sì sì, due! Andando a posta ieri dopo lavoro in un negozio economico.
Stamani me ne parto da casa in tuta e proseguo poi per la piscina, con una tranquillità sorprendente. Emozione zero. In passato l'odore del cloro m'avrebbe preso alla gola. Solo una cosa da fare e da fare veloce, da far rientrare presto nelle mie abitudini.
Entro, pago l’ingresso, stranamente la tipa che mi riceve è simpatica, attrezzata con braccialetto e sovra scarpe entro. Cambio posto, voglio rinnovare le abitudini. Mi trovo uno scomodo posticino dietro una colonna in fondo in fondo. Perché no?!

Arrivo all’acqua. Scelgo la corsia lenta. Dopo aver calcolato lo scarso tempo a disposizione, mi metto a sedere sul bordo. Le gambe dentro l’acqua. Il primo ricordo che viene alla pelle, la temperatura fredda dell’acqua. Quel freddo salubre e vibrante che ti da una scossa forte per tutta la spina. Decido di andare come mi viene, piano magari, ma vediamo cosa accade, domani è un altro giorno, sempre se non mi faccio male prima. Ed entro in acqua, tocco il fondo, risalgo, mi spingo dal bordo, parto a stile. Prima la respirazione mi assiste, riesco a tirare anche il fiato com’era mia abitudine, conto, uno, due, tre, sei bracciate prima di respirare… ricordo che non è corretto, meglio ossigenarsi spesso… tocco il bordo e riparto. Ce la faccio. Meno male che la tipa in vasca con me, va ancora più piano, mi gratifica lasciandosi sorpassare un paio di volte. La seconda vasca, aggiusto l’occhialini di una gradazione di tanti anni fa, sempre meglio di niente. Terza vasca, incomincio a ricordare, la spinta della mano fino in fondo, il braccio che in acqua sta vicino al busto... Quarta a stile, respiro più spesso… il fumo si fa sentire, incomincia anche a smuoversi un sacco di roba nei polmoni. Fine stile, adesso provo a rana.. qualcosa non torna, non scorre, piano, distenditi, senti la spinta, coordina le braccia con le gambe. Altre 3 così e sono 8 in totale. Arriva il peggio il dorso, ormai sono a provare, proviamole tutte. All’andata già già, al ritorno prendo una sberla da quello della corsia accanto e mi grattugio tutta una spalla nel separa corsie… nananana.. altre due.. uff.. finisco le vasche con diverse bracciate a stile e poi riparto, intenzionata a ripetermi.

Quanto mi piace l’acqua e il suo azzurro. In piscina è ancora più forte, nelle giornate di sole così, la luce vibra dentro l’acqua muovendo automaticamente il mio sorriso. È questo che mi spinge a tornarci, a riuscire a farmi piacere quest’attività forza, l’acqua e la luce che le si muove dentro. Nella seconda serie di 4 stile comincio a ricordarmi qualcosa anche su come battere le gambe, su come misurare le forze e coordinare con la spinta delle braccia. Inutile dir che ricordo bene la teoria, ma indegnamente metto in pratica. Niente a che vedere con quell’armonico fluire…
Ancora 4 a rana, e siamo a 20. Altre 4 a dorso non le reggo, anche perché ho uno che mi sta dietro, entrato in sostituzione della tipa in bikini che rinvigoriva il mio ego, e che invece di starmi davanti, mi sta alle costole. Passa passa… compromesso: 2 a dorso e 2 stile. 24 e si chiude. Passo cinque minuti nell’idromassaggio, giusto il tempo di iniziare a grattarmi. Ma dice che è quello che deve fare, riattivare i tessuti, pizzicandoli… doccia, phon e acquisto panino, guardo l’orologio e sono già un quarto d’ora in ritardo. Questa non è una novità, però ho fatto cosa buona. Ho iniziato.