Il 25 agosto dello scorso anno tornavo a casa dal mio primo viaggio in India.
(Non ti fidi? puoi leggere qui e qui).
Tornavo a casa in treno, da sola, abbarbicata alla mia valigia - enorme e tutta scassata - preoccupata solo di doverla abbandonare tra altri viaggiatori, per correre in bagno, a cagare. Già. Avevo già dato, numerose volte. Alla quarta evacuazione tra aereo e aeroporto (sia Wiem cheMalpensa per par condicio), era chiarissimo che tornavo a casa con una bella dissenteria del viaggiatore. Le pillole-tappo che avevo preso in quantità, niente fecero, aimè! Avanzava anche lo sfinimento e la febbre, ma non volevo cedere a frigni che mi si sarebbero ritorti contro, della serie: "te ne sei voluta andare in India... e ben ti sta!" - " te l'avevo detto io, chissà cosa hai mangiato!" "non potevi andare in ferie a Riccione!"
Stoicamente giunta a casa, recuperata da mio padre a SMN nemmeno fossi superstite di un disastro, ingurgitate enterogermina di nascosto e fatto il mio dovere nella distribuzione dei doni, crollai sfinita a letto per svegliarmi solo per continuare a cagare. E questo andirivieni tra letto e cesso è durato ben 3 giorni. La domenica, mirando il fantasma di me allo specchio, decisi che era il caso di prendere sul serio la sciolta e non continuare a sminuirla, solo per evitare il ben ti sta! La guardia medica al telefono manca poco mi mangia! "Tre giorni di dissenteria post india e non ha preso gli antibiotici?".
Dopo il pillolone domenicale iniziò il mio recupero. Il lunedì successivo, in malattia, mi presentai comunque a lavoro, asciutta come un'acciuga e un po' avvilita. Mi cacciarono letteralmente, intimandomi di riprendermi perché - non l'hanno detto - ma gli facevo schifo. Una settimana di ferie in più e l'inizio di quel prolisso racconto sul viaggio, un filo d'India.
Tutto c'sto post perché un po' - solo un po' perchè la mia vita adesso è densissima e non gli manca niente - insomma solo un po' soffro di nostalgia. Probabilmente sono malata dentro, malata d'India.
Non è grave, non sono contagiosa, è solo dispendiosa la cura...
Adesso che Google ci ha concesso di avere delle mappe personalizzate, rimetterò qui le tappe di questo primo viaggio. Un po' per nostalgia e un po' per vedere dove poter piantare - chissà mai quando - altre bandierine sui luoghi visitati.
(Non ti fidi? puoi leggere qui e qui).
Tornavo a casa in treno, da sola, abbarbicata alla mia valigia - enorme e tutta scassata - preoccupata solo di doverla abbandonare tra altri viaggiatori, per correre in bagno, a cagare. Già. Avevo già dato, numerose volte. Alla quarta evacuazione tra aereo e aeroporto (sia Wiem cheMalpensa per par condicio), era chiarissimo che tornavo a casa con una bella dissenteria del viaggiatore. Le pillole-tappo che avevo preso in quantità, niente fecero, aimè! Avanzava anche lo sfinimento e la febbre, ma non volevo cedere a frigni che mi si sarebbero ritorti contro, della serie: "te ne sei voluta andare in India... e ben ti sta!" - " te l'avevo detto io, chissà cosa hai mangiato!" "non potevi andare in ferie a Riccione!"
Stoicamente giunta a casa, recuperata da mio padre a SMN nemmeno fossi superstite di un disastro, ingurgitate enterogermina di nascosto e fatto il mio dovere nella distribuzione dei doni, crollai sfinita a letto per svegliarmi solo per continuare a cagare. E questo andirivieni tra letto e cesso è durato ben 3 giorni. La domenica, mirando il fantasma di me allo specchio, decisi che era il caso di prendere sul serio la sciolta e non continuare a sminuirla, solo per evitare il ben ti sta! La guardia medica al telefono manca poco mi mangia! "Tre giorni di dissenteria post india e non ha preso gli antibiotici?".
Dopo il pillolone domenicale iniziò il mio recupero. Il lunedì successivo, in malattia, mi presentai comunque a lavoro, asciutta come un'acciuga e un po' avvilita. Mi cacciarono letteralmente, intimandomi di riprendermi perché - non l'hanno detto - ma gli facevo schifo. Una settimana di ferie in più e l'inizio di quel prolisso racconto sul viaggio, un filo d'India.
Tutto c'sto post perché un po' - solo un po' perchè la mia vita adesso è densissima e non gli manca niente - insomma solo un po' soffro di nostalgia. Probabilmente sono malata dentro, malata d'India.
Non è grave, non sono contagiosa, è solo dispendiosa la cura...
Adesso che Google ci ha concesso di avere delle mappe personalizzate, rimetterò qui le tappe di questo primo viaggio. Un po' per nostalgia e un po' per vedere dove poter piantare - chissà mai quando - altre bandierine sui luoghi visitati.