07 febbraio 2007

UN FILO D'INDIA A SUD. Una Vigilia d'inizio. (prima parte)

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24 dicembre 06. C’avrei scommesso, niente cena. È stata una notte lunga e non solo per lo stomaco vuoto.
Non eravamo proprio comode, tre in un piccolo matrimoniale, tre con scarsa confidenza tra di noi e con la necessità di acquisirla rapidamente, bagagli aperti a turno, doccia con il bricco, io che dormo a salma – sì, modello obitorio, supina, mani sul petto e alluce predisposto al cartellino - la rossa che non dorme proprio e… per un ancora più dolce risveglio: frittata di cipolle con masala chai, in camera ovviamente, perché tanto avevamo posto!
… e fortuna che non ho iniziato a parlare di notte dal primo giorno. A Tiziana quest’estate è andata peggio!

A mattina, quando è ancora l’ora dei morti viventi e fuori è notte che nemmeno ti sembra di aver dormito, dal centro del letto, zompo di sotto allo squillo del cellulare. Ci prepariamo. Il Guru dice che a Delhi, a dicembre, fa caldo, ma a vedere dai piumini di quelli convenuti con noi all’aeroporto ieri, non sembrava proprio. Abbigliamento studiato da tempo: ciabattine, pantalone comodo e straccione per mimetizzarmi, giubbottino con le tasche, per portarmi dietro obiettivi e accessori della macchina fotografica e bandana rossa, eco del precedente viaggio. Pronta!
Ci ritroviamo semi digiuni nella minuscola hall dell’albergo e saliamo sul busse, come faremo per le 15 prossime mattine. Destinazione Tempio Sikh "Bangla Sahib" di Delhi. Il mio stato d’animo è complesso, riconosco di essere assente a me stessa e avere una parte del cervello e dei sensi al cellulare ed ogni possibile segnale in arrivo da occidente, dal Tuo occidente. Allo stesso momento vivo un confronto conflittuale tra la vacanza trascorsa e con quello che ero allora, e la vacanza in corso con quello che sono, adesso. La cefale potrebbe essere il giusto prodotto di questi contorti pensieri.
Guardo per strada. Non è la stessa Delhi. Niente prati verdi, niente traffico silenzioso e ordinato, solo periferia, campi sterminati e aridi, caserme, parate su dromedari, baraccopoli, cantieri incancreniti lungo la strada. Sono contenta di partire da un tempio Sikh, parto dalla fine dello scorso viaggio e dalla rivoluzione che ha causato in me.

Scendiamo a pochi metri dall’ingresso, è presto, l’aria è fresca e mi punge i piedi scalzi, personale avventatezza, mia e del Guru. All’ingresso, varcato l’angolo dei pakora, una gentile signora vestita di un sari blu notte ci accoglie e ci conduce una sala, dove ci spiega in breve cos’è la religione Sikh e da dove nasce (vedi il corsivo in UN FILO D'INDIA. Amritsar e il fiume di pianto). Ci accompagna attraverso gli ambienti aperti per le abluzioni mattutine. Devo dire che mancano di quel ché di splendido e veneratissimo che si respira nella città sacra. Il sole si sta alzando in cielo e rende nebbia l’umidità della notte, attutisce le immagini dei fedeli prostrati nel grande cortile, incuranti del freddo marmo bianco di rivestimento. Si apre davanti a noi la facciata dell’edificio dedicato al culto, scarsamente monumentale, almeno non quanto la grande vasca con porticato laterale, copia esatta di quella al centro del Tempio d’oro, ad eccezione del Sancta Santorum, qui assente. Potrei essere emozionata, visto l’effetto lacrimatore che ho avuto ad Amritsar, ma non è così. La sala è suggestiva esclusivamente per il tocco della luce esterna, gli arredi sono preziosi si ma ciarlieri, ridondanti e un po’ baracconi. Ma l’aria che si respira è serena, rilassata. Ci abbandoniamo alla nenia del libro che riempie l’aria e spazza via ogni riferimento temporale. L’operosità di questi uomini o donne nel ripetere a memoria le parole di questo loro ultimo illuminato è incredibile, non sembra nemmeno di essere alle prime luci del primo giorno in india, sembra di essere lì con loro da sempre. Ma appena usciamo capiamo di essere stranieri, turisti invadenti, ce lo ricordano i mendicanti e i nostri acquisti, i tempi forzati di visita che ci portano immediatamente in direzione aeroporto per prendere il volo per Chennay, tra poco più di due ore.

continua...