11 gennaio 2011

SognaSogna: la maestra di yoga

Arrivavo da lei, dopo aver lasciato i bagagli in albego, dopo un viaggio in treno. Intorno a me compagni di corso che non conoscevo. Più grandi, esperti, o giovani, novizi. La nuova prima e la quarta. Dei miei compagni non c'era ombra. Trovavo lei, si affacciava alla finestra e dal suo balcone mi diceva che avevo sbagliato giorno. Dato il viaggio, l'alloggio in albergo e tutto il dispendio di energie le chiedo se prima di tornare via, e tornare nuovamente il giorno giusto, posso assistere almeno ad una lezione. Lei amabilmente, tra i profili della balaustra del balcone, mi guarda dolcemente e mi dice prima di no, poi forse si, a patto che stia ai margine della piazza, fuori dal cancello. Penso: mi prende per il culo? non ci vedo in seconda fila, sono miope, mi mette oltre il cancello? Altrettanto amabilmente le rispondo che come puo' notare la mia vista non è da volpe e preferisco tornare la prossima volto. Cerco di essere composta ed educata, nonostante ancora incredula della proposta. Tutto si svolge in una piazza che potrebbe essere il set per la mozzarella Vallelata. Selciato di pietre in terra, palazzi colorati ai lati della piazza, balaustre di metallo e bambini che giocano a pallone.